«Il motivo principale per cui la gente se ne va dai paesini di provincia»
diceva sempre Rant, «è perché così poi può sognare di tornarci. E il motivo per
cui ci resta è per sognare di andarsene». Con questo Rant voleva dire che
nessuno è felice, da nessuna parte.
(Rabbia, Chuck
Palahniuk)
Quando uno deve ricominciare, questo mi è successo
diverse volte, l’importante è mantenersi attivi, non stare tanto a pensare.
Ma anche non fare del movimento inutile per sprecare
energie, per un sessantacinquenne non sono così abbondanti come una volta.
Per motivi differenti dai precedenti, nonostante lunghi
stacchi temporali e anche di spazio, la sostanza è sempre la stessa: ci vuole
forza morale ma anche fisica, non stare a farsi dei problemi inutili, lasciare
dormire un po’ il vecchio, non rifiutare tutto il nuovo, non accettare
velocemente, come in un fascio, ciò che il mondo ci propone.
Lo so che è così che va la vita. Niente flussi
regolari, niente continuità. Interruzioni e balzi avanti... ritorni e
interferenze. Ma nel corpo il tempo lascia comunque la sua impronta;
nell'affaticamento e nella crescente lentezza dei movimenti.
La mia nuova esistenza si paventa con un assetto
piuttosto traballante, questa è tutt’altro che una novità, ora la cosa positiva
è che stavolta non devo rendere conto a nessuno, se non alla mia masnada di
animali di compagnia, precisamente due cani e due gatti, ma non sono tanto
esigenti.
La mancanza di possibilità di conoscenze nuove, o solo di
contatti umani, se non assai saltuari, mi ha spinto a iscrivermi in un sito di
incontri, cosa di cui mi sono pentito quasi subito.
Di buono c’è che sto facendo, mio malgrado, una specie di
indagine di mercato, senza volerlo, per vedere che le donne del grande sito Be2
sono di tre tipi: quelle più giovani vogliono subito i soldi, senza mezzi
termini, sono prostitute.
Quelle di mezza età, o subito sotto, che sono più giovani
di me, e sarebbero state quelle che io avrei scelto, hanno tutte dei figli in
casa e secondo me necessitano di soldi, più che di un compagno.
Quelle vecchie, cioè della mia stessa età o superiore,
non tutte hanno bisogni finanziari, hanno tutte figli che abitano o non abitano
con loro, sono entusiaste delle mie dieci foto, vogliono entrare subito in
contatto.
Tutte però hanno voglia di uscire e viaggiare, ballare e
saltare, spendere soldi, che in genere non hanno. Possiedono invece quel
ritmo di ogni tipo ma sempre sul veloce e a tutto volume, che è esattamente
quello che io non potrei sopportare, dopo una vita di grande movimento e di
musica forte, spesso ma non volentieri anche passiva.
Mi chiedo come sarebbe se si fosse in Italia o in
Germania, penso abbastanza differente, la gente è più stanca e meno ottimista,
cerca più piaceri spirituali, meno voglia di musica e rumori, più meditazione e
ricerca di un rapporto perduto con la natura.
Mi sono buttato per noia in una situazione in cui non
credo, mi sono già pentito, ma sono anche curioso e vorrei tanto sbagliarmi, scoprire che invece ho fatto bene.
"L'uomo ha continuato ad evolvere attraverso atti di disobbedienza.
Non solo il suo sviluppo spirituale fu possibile solo grazie ad uomini che
osarono dire di no ai potenti in nome della propria coscienza o della propria
fede, ma anche il suo sviluppo intellettuale dipese dalla capacità di essere
disobbediente - disobbediente alle autorità che provarono a mettere la
museruola a nuovi pensieri ed all'autorità delle opinioni dominanti che
dichiaravano che il cambiamento fosse un'assurdità."
Erich Fromm, La disobbedienza come problema psicologico e morale, 1963
Mi sono rassegnato allora a scrivere qualcosa sulle loro
testimonianze, anche se sembrano molto somiglianti e facilmente ricollegabili
ai tre gruppi principali.
La prima disavventura è stata con una trentanovenne di un
paese di emigranti italiani, Garibaldi, dal quale era venuta anche la mia prima
moglie, e questo non era né una garanzia né un avvertimento, mi sono subito intimato
dal dentro.
Tale Samantha si è dimostrata fin dai primi messaggi
assai determinata, ha detto che ero bellissimo, che non sapeva già immaginare
la sua vita senza di me e io mi sono preoccupato, anche perché non solo non ci
eravamo ancora incontrati, ma aveva appena visto le mie foto e sentito la mia
voce sui messaggi vocali di Facebook che era già innamoratissima.
Il personale del sito di incontri mi aveva già avvisato
di stare attento alle cose troppo veloci, che purtroppo ci sono ogni tanto
delle pistoleiras, che mirano alla
rapina o comunque ad atti di elementare delinquenza, non tutti illegali, dai
quali loro non possono proteggerci, dato che è tutto informatizzato e a
distanza. Ci sono candidati e candidate da tutto il Brasile ma per praticità
escludo a priori quelle che non sono di Porto Alegre.
Tante non mettono la foto, oppure una sola, mentre il
sito chiede dieci foto e io gliele ho mandate subito.
È già un salto nel buio, non mettere la foto è un atto di
terrorismo, che nuoce prima di tutto a chi lo fa, visto che qua di opzioni
alla portata, almeno apparenti, ce ne sono migliaia.
Il sito è grande perché ogni giorno arrivano nuove richieste
di contatto e già tante ne ho ignorate o loro hanno snobbato i miei messaggi.
Alcune hanno cancellato per evitare malintesi anche ogni conversazione da me
iniziata.
Probabilmente il mio messaggio era troppo onesto e
diretto, ma pensavo che avrebbe tagliato una grande fetta di malintesi.
In sintesi bisogna però sapersi vendere un po’ , nella
vita e questo non mi è mai riuscito. Prima mostrare i pregi (che per loro sono
pochi, perché il mio stile di vita non è affatto comune nemmeno in Italia,
figuriamoci qui) e poi piano-piano, con il tempo, i difetti, che sono, sempre
dal loro punto di vista, tanti e grandi, o troppi ed ingombranti.
Procuro
mulher independente, não quero morar junto, tenho casa própria com dois
cachorros e dois gatos. Os meus pais faleceram e fizemos partilhas dos bens,
tendo dois irmãos, (um deles ainda mora na Italia e um aqui,) por isso eu não
preciso mais trabalhar. Também sou escritor e publiquei vários livros de contos
ou romances. Tenho permanencia definitiva e carteira de identidade de
extrangeiro, passaporte italiano.
Eu tenho um
casamento falido, quer dizer dois, com brasileiras daqui. Sou italiano, tenho
65 anos, vivo em Porto Alegre desde 1994, trabalhava como professor de italiano
pelo consulado nas aulas para adultos, descendentes de italianos. Não tenho
filhos.
Dopo alcuni giorni, senza alcun apparente successo l’ho cambiato un po’,
togliendo il discorso magari antipatico che non volevo abitare insieme
all’eventuale candidata, aggiungendo che avrei offerto un viaggio in Italia
ogni anno, indovinando che la maggior parte avrebbe adorato. Odio il verbo
adorare, forse anche perché negli ultimi anni è diventato di moda anche in
Italia, qui lo era già prima.
Tanta gente qua, o quasi tutta, non è
mai uscita, non solo dal Brasile, ma nemmeno dal nostro stato del Rio Grande do
Sul.
E poi è un pregiudizio mio pensare che
tutte sono povere, o magari solo la maggior parte?
Il sito Be2, per rendere il movimento dei candidati
piuttosto vivo, crea liste di domande e risposte automatiche e a vicenda, che
abbiano a che fare con il vivere insieme. Io però non sto a guardare troppo,
perché mi pare che tutte dicano le stesse cose, che poi sarebbero le cose
giuste da dire, almeno per quello che è il pensiero comune standardizzato, per
come le persone debbano essere qua in Brasile. Prima di tutto un ottimismo
circolare e di gomma, infrangibile e contenente tutte le risposte, evitando
sistematicamente le domande, ma poi la vita non è affatto così, nemmeno e
soprattutto qui.
Naturalmente, prima di cominciare, io ho risposto alle
questioni fondamentali per loro, in maniera vaga, perché non mi sembrano cose
tanto determinanti, l’ho fatto senza convinzione, quasi sperando che non mi
interpellasse poi nessuna.
Penso ancora a come sarebbe in Italia, là il pessimismo
anche verrebbe camuffato, ma in maniera differente. Ultimamente ho notato che
tante cose che a suo tempo ho trovato qua, nel comportamento di stile
falso-determinato, di allegria gonfiabile (e facilmente sgonfiabile), in questi
anni è cresciuto anche in Italia, come le feste esagerate per i bambini, o il
voler festeggiare in pompa magna i compleanni, che ai miei tempi venivano
abbastanza ignorati, almeno quelli degli adulti. Forse tutto viene
dall’Atlantismo famigerato e Americano. L’apparenza che conta più del contenuto
insomma.
Cerco di fare ragionamenti più umani e meno di moda, ma
il mondo razionale è sempre di più sostituito da stereotipi conformi a regole
di falsa fiducia in sé stessi e di raggiungimento degli scopi senza badare troppo
a chi si mette sotto per arrivarci.
L’amore è un’entità astratta che tutti usano e pochi
sanno non solo cosa può significare in generale, ma come vorrebbero veramente
che fosse, nel loro specifico caso.
L’amore nella
vita vive quattro fasi, l’una evolve nell’altra e vi si somma, fino alla
maturità piena.
Nella prima
fase il bambino dice: "Io amo me". L’ego è il centro del mondo.
Poi, il
bambino scopre piano piano gli altri e dice: "Io amo me in te; mi
riconosco in te".
Ma è come
l’amore verso la madre che lo alimenta, lo protegge, lo ama, significa quindi
"Ti voglio bene perché sei mia".
Nell’adolescenza:
"Mi piace come sei e quello che fai, quindi ti amo. Fino a che fai quel
che mi piace io ti amo".
L’amore
maturo dice: "Ti amo perché mi curo di te, il tuo benessere è il mio, mi
spendo per te".
(Erik Erikson) Poeti viandanti
Samantha per esempio già dal nome di plastica mi ha messo
in guardia, è partita forte, mi ha quasi convinto, per alcuni secondi, dalle
foto mi è piaciuta, assomiglia forse a qualcuna che ho conosciuto, o forse una
attrice. Il suo sguardo appare determinato, magari troppo, è proprio quello il
problema, ha in mente qualcosa che io non so ancora bene, ma che mi appare
proprio l'opposto di quello che voglio io, ho una certa ragione di temere.
Guarda combinazione dopo tre o quattro frasi ha deciso
che io sono un uomo della sua vita, esprimo i miei dubbi in proposito, lei dice
che li capisce, ma poi li ignora sistematicamente nella pratica, continua come
uno schiacciasassi a macinare prima i metri ideali di distanza che ci separano,
poi, sempre più veloce i chilometri, mi ha già superato e sparisce
all’orizzonte, ma non se ne accorge.
Vuole che ci incontriamo al più presto e all'inizio dico
di sì, pensando a un termine vago, ma lei, che è in vacanza nei dintorni di
Maceio, nello stato di Alagoas, cioè nel nord-est brasiliano, programma che sia
entro una settimana, cioè al suo ritorno, qua nell’ultimo stato del Brasile, al
confine con il mar Atlantico, l’Uruguay e l’Argentina.
Ci sono ancora quasi 4000 km in mezzo, ma le dico ugualmente
di andare con calma, che sto uscendo lentamente da una lunga crisi post
matrimonio fallito.
Le stesse mie parole non mi piacciono affatto, ma non so
come esprimermi altrimenti.
Samantha intanto minimizza.
Le chiedo se anche lei non ha qualche matrimonio
disastroso alle spalle. Noto che non ne vuole parlare, ma ce l'ha, ed è finito
perché lui era un tossicodipendente. Penso che probabilmente lo era o lo è
ancora anche lei.
Sbaglio?
Intanto vuole già fissare il giorno del nostro incontro,
io sono già spaventato, lei mi dice di non preoccuparmi, con il suo affetto
distruggerà ogni mia paura e io mi sento già terrorizzato.
Parliamo dell'Italia, del suo sogno di andarci, che ora
si sta avverando con me, almeno nel suo cervello, forse anche nel suo cuore.
Qualunque cosa io dica, lei continua come un caterpillar
con il suo progetto iniziale, ha deciso che io risolverò tutti i suoi problemi
e io non riesco a farle capire che non sono capace nemmeno di risolvere i miei.
Magari il fatto è che non vuole capire, allora diventa
inutile parlare, stiamo parlando di proiezioni della realtà molto diverse tra
di loro.
Le avevo detto che la notte mi sveglio per fare la pipì e
dopo ho difficoltà a riaddormentarmi, certo pensando di fare bene mi applica un
bombardamento di medicine che devo prendere per dormire, sottolineando e
ripetendo che è solo per il mio bene, come se ogni cosa che io assimilo non
avesse anche effetti collaterali.
Basta, taglio rapidamente i ponti: blocco il cellulare, i
due profili Facebook e il contatto attraverso il sito di incontri Be2.
Però uno dei profili di Facebook, nella fretta non lo
chiudo bene, lei arriva e dice che deve fare un'operazione di chirurgia
estetica a Porto Alegre, non sa dove restare ospitata, chiede quanto deve
pagare per stare a casa mia.
Possibile che la sua fretta fosse solo per questo?
O questo è solo un trucco?
Probabilmente non è mai stata a Maceio e aspetta
fiduciosa fuori dal mio cancello che le apra.
Qualsiasi sia la sua tattica io la prendo come ulteriore
conferma ai miei dubbi pelosi. Chiudo anche questo spiraglio senza rispondere
alla sua nuova questione.
Le ultime sue parole sono state che voleva solo un poco
di compagnia e io da una parte mi sento sollevato, dall'altra mi sento ancora
più solo.
Tra messaggi e contatti della clinica Be2 intanto sono
già oltre i duemilatrecento. Probabilmente mi ci vorrebbe un periodo di pausa
dal sito in questione, ho accettato e pagato un abbonamento per un anno, e ho
appena cominciato. Intanto mi arrivano ogni giorno proposte da donne della mia
età o più anziane. Invece io mando la mia arringa iniziale a quelle sui
quaranta, ma non mi rispondono, alcune cancellano addirittura la mia missiva,
forse anche indignate.
Dicono che noi cerchiamo la nostra madre nella compagna
che scegliamo, ma non credo sia quando era già vecchietta. Ho sessantacinque
anni ma non me ne sento nemmeno trenta, forse mi sbaglio, ma gli acciacchi mi
ringiovaniscono il cervello, mentre mi accucciano progressivamente il corpo.
Perché la bellezza è
là dove l'occhio riposa - nella bellezza l'occhio ha la sua pace, per
parafrasare Dante. Il senso estetico è gemello dell'istinto di conservazione ed
è più attendibile dell'etica. L'occhio - principale strumento dell'estetica - è
assolutamente autonomo. Nella sua autonomia è inferiore soltanto a una lacrima.
[…] Posto che la bellezza sia una particolare distribuzione della luce, quella
più congeniale alla retina, una lacrima è il modo con cui la retina - come la
lacrima stessa - ammette la propria incapacità di trattenere la bellezza.
Iosif Brodskij
(Iosif Aleksandrovič Brodskij, noto anche come Joseph Brodsky, è stato un poeta, saggista, drammaturgo e critico d'arte
russo naturalizzato statunitense. Considerato uno dei maggiori poeti russi del
XX secolo, fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1987 e nel 1991
fu nominato poeta laureato.)
Noto che qui la gente è più decisa, quel voglio-non voglio tipico italiano, forse
europeo, non è contemplato. La tendenza è anche saltare le varie tappe, per
arrivare a un qualcosa, a volte funziona anche, ma spesso crolla tutto, per
mancanza di una struttura portante. Non per questo si cambia idea o metodo.
L'importante è non farsi vedere sconfitti e poi crederci senza riserve.
Non credo di essere un italiano tipico, ma l’indecisione
certo è più europea che sudamericana, quest’avventura l’ho cominciata con poca
convinzione, con il tempo mi è scemata del tutto.
La tendenza mondiale direi è ignorare sistematicamente le
migliaia di impercettibili variazioni che la vita ci impone e continuare - come
mosche senza testa - a girare senza meta né coscienza
di quello che facciamo. Continuare il nostro progetto iniziale con
innata testardaggine, senza considerare mai quando la situazione sia - anche
più volte - cambiata.
Forse ho scoperto chi sono: sono un mezzo filosofo,
direi. Per la seconda metà le indagini continuano.
“Sei troppo sensibile”, dicono. Come se fosse un difetto.
Sono andato a cercare l’origine della parola sensibilità: parola composta
dal verbo “sentio” (sentire) e dal sostantivo “habilitas” (disposizione,
attitudine).
La sensibilità è la capacità di sentire.
Ma la cosa bella è che per i latini questa era un’habilitas, un’abilità,
una dote, un talento, un punto di forza, un qualcosa di positivo che si
possiede, che si ha dentro (habilitas deriva a sua volta dal verbo habeo),
quasi una consapevolezza di sé.
E per noi invece?!
Da quando per noi la sensibilità ha smesso di essere un pregio ed è
diventata una mancanza, una debolezza, un difetto, da quando ha smesso di
essere un’habilitas ed è diventata invece l’esatto contrario, una sorta di “in-abilità”
a stare al mondo?
(Poeti Viandanti)
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