mercoledì 19 marzo 2025

EVOLUZIONE DIALETTICA DELLA LINGUA GRAMMATICALE

 


Che cosa voglio dire con questo? Non lo so, ma c’ho ragione e i fatti mi cosano.

           (Citazione da Palmiro Cangini, Zelig)


 Insegnare un idioma è una cosa quasi opposta dall'impararlo. Prima di tutto perché di solito le lezioni sono impartite dove la lingua non è parlata, invece per impararla l'immersione piena è pressoché indispensabile.

Si deve vivere nel luogo in cui bene o male la gente fa di tutto per non seguire grammatica e sintassi, ma assai di più la necessità della comunicazione.

Quando sono arrivato qua seguivo molto di meno la lingua, ma la novità e tutto quello che, immaginando invece di comprendere, mi pareva molto più affascinante.

Dopo trent’anni di Brasile, mi sento ancora molto bene con questa gente, per quanto sia assai diversa da me. Mi sento peggio in Italia, magari perché capisco e condivido più cose, sfumature comprese. Qui c'è molta più elasticicità nella stessa routine, anche le persone più umili sono dotate di naturalezza e mentalità aperta, il sorriso e la complicità gli vengono naturali anche e soprattutto quando ti vedono diverso.

Sono stato in una Scuola di Samba (Imperadores do Samba) qualche tempo fa, dove io e mio fratello ballavamo in una marea di corpi di colore, noi eravamo gli unici due bianchi, che grazie alla birra ingerita riuscivamo ad andare quasi a tempo con quelle centinaia di percussioni. Ci hanno invitato anche a ballare sul palco e ci hanno fatti sentire completamente a nostro agio.

 A Rio siamo stati, sempre io e mio fratello, in un Club chiamato Bola Branca (Palla Bianca) dove eravamo io e lui gli unici bianchi tra centinaia di neri che ballavano tutti insieme, in una coreografia sincronizzata di corpi in movimento, che non sbagliavano un passo, mentre noi non ne azzeccavamo uno che fosse uno.

La differenza è stata prima di entrare, avevamo chiesto di dare un'occhiata, il bigliettaio non ce lo ha permesso, ma ha dovuto litigare con l'altro bigliettaio, più giovane, che invece diceva che ne avevamo tutto il diritto.

Qui a Porto Alegre in una discoteca ho chiesto di poter fare la stessa cosa, mi è stato negato, sono entrato, non mi è piaciuto, sono tornato fuori e ho consegnato il biglietto di consumazione obbligatoria allo stesso bigliettaio senza pagare niente, lui ha protestato, ma qui più che mai è più facile ottenere un perdono che un permesso.

Tutto è relativo, quello che è paradiso per il ragno è inferno per la mosca. Qui è il ragno moscato che si trova bene, come pure la mosca ragnata.

La cultura della gente di colore dà questa grande elasticità ai brasiliani, dalla quale noi rigidi europei abbiamo molto da imparare. Qua l'errore, la disattenzione e il cambiamento di programma non sono eccezioni, ma la regola assai eccezionale, perché il mondo e l'universo stesso sono in costante movimento e le normali regole sono troppo ingessate per chi deve muoversi ed evolversi di continuo.



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