venerdì 18 maggio 2018

AGENTE SEGRETO




-Lei non ci crederà, ma io sono un agente segreto.
-Beh, ora non lo è più.
-E perché mai?
-Perché ora che ce lo ha detto, noi lo sappiamo.
-È vero, non ci avevo pensato.
-La legge è chiara, in questi casi.
-Effettivamente.
-Ma mi tolga una curiosità, come ha fatto a diventarlo?
-In che senso?
-Beh, mi risulta che la selezione sia alquanto rigida.
-Ah, non è vero, niente di che, solo un normale corso per corrispondenza.
-Pensavo peggio.
-Cioè?
-Se lo dice lei deve essere vero, ma pensavo fosse più difficile.
-No, no, per me è stata una specie di formalità.
-Tutti possono diventarlo, allora.
-Basta essere molto intelligenti.
-E non modesti?
-No, la modestia non è richiesta.
-È per quello che la chiamano intelligence?
-Indovinato.
-Bravissimo, ho la massima stima per chi rischia la vita per il bene della patria.
-Su quello ha ragione, ha proprio una dannata ragione.
-Bene, ora però prenda le sue belle pasticchine colorate.
-Tutte in una botta?
-Ecco, bravo!
-Il dottor Capixaba a che ora viene?
-Oggi non c’è, ma se ha bisogno può parlare con la dottoressa Thelminha.
-No, quella non mi piace!
-A dire la verità neanche a me, ma oggi è quello che passa il convento. Cioè l’ospedale psichiatrico S.Pedro, nel nostro caso specifico.

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