martedì 12 ottobre 2010

PISSI-PISSICOLOGIA BELL'ASSAI


Registro spesso parti delle conversazioni con i miei pazienti, non so perché lo faccio, forse l'ho visto in qualche film.
Si potrebbe iniziare da uno dei miei primi dialoghi con Carlantonio Profecchia, detto anche 'l'Erre Moscia di Valpromaro', in una seduta fatta perlopiù in piedi.
“Bello assai il Suo biglietto da visita, coi disegnini stilizzati e tutto: il pesce, il computer e poi buffa da morire la scritta: 'pissi-pissicologia contemporanea', sdrammatizza un attimino.
Sdrammatizzare a volte fa bene, per esempio, sento che a me giova.
Ma a lei come  è venuta quest'idea del Caucaso?”
Carlantonio aveva una lieve e strana sindrome di La Tourette,  per educazione faceva in tempo a sostituire le parolacce con vocaboli che suonavano simili, di significato differente, che però usava a sproposito, non come dispregiativi, ma piuttosto come complimenti.
“Al pissicologo la gente gli racconta tutte le sue storie segrete nell’orecchio, sussurrando: pissi-pissi, e poi pissi-pissi, e ancora pissi-pissi; è per questo che si chiama pissicologo.
Me lo ha spiegato un giorno mio figlio,  aveva solo cinque anni e mi pareva straordinariamente pieno di energie, felice ed intelligente.
Ho pensato che aveva proprio ragione, da quel momento anch'io ho iniziato a scriverlo così.
Pochi ci fanno caso, però, sono troppo occupati con altre cose. Tu sei il primo a notarlo, Carlantonio, oppure solo il primo a dirmelo.” Chiarii io.
“Non lo so. Bell'assai, comunque, mi fa ricordare di quando io ero piccolo, che - per sentire se una persona mi piaceva - la dovevo vedere ad occhi chiusi...”
“Scusa, ma che c'entra?”
“Niente, niente, una semplice associazione d'idee.
Balzane, magari.”
Pausa di silenzio.
“Ah... con questo vuoi forse sottilmente farmi sentire colpevole per la mia puzza?”
“No, no... forse sì, c'è una certa 'Pianura Ungherese'*, qua attorno, siamo sudati e tutto, dopo questa scarpinata della Madre Biologica di Gesù, ma non è questo il punto, voglio dire solo che La localizzo bene nello spazio, sento la Sua essenza, che non è per niente un odore, no, una roba astratta eppure assai concreta, dottore mio.”
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*Puszta= pianura ungherese, associazione di suono con puzza.



“Beh sì, Carlantonio, in due formiamo una certa 'Pianura Ungherese', ma vedi che se mi dai del tu, come ti sto dando io fin dall'inizio, tu ti senti automaticamente piuttosto meglio.”
“Non mi riesce ancora. Ci arriverò, ad ogni cosa il suo tempo e ogni tempo al suo coso, quello là, Lei non ci rimanga male.”



continua nel libro: METAFISICA DEL CAUCASO



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