venerdì 5 gennaio 2024

CONSIDERAZIONI, MAGARI SCONSIDERATE

 








“Qua ho avuto tre macchine in 28 anni. Con il caldo e troppi semafori sono messe duramente alla prova. Una batteria dura dai tre ai due anni. Ora c’ho una Ka del 2000, funziona ancora bene, anche se all’esterno sta perdendo i pezzi in plastica, che con il clima e la polvere di qua si scioglie abbastanza rapidamente. Tanto la uso solo per andare al supermercato. Ogni tanto, nel mezzo del traffico, qualcuno mi avvisa che il parafango destro sta cadendo, io gli rispondo: magari! Ma sono anni che voglio tirarlo giù e non mi riesce.”

“È normale.”

“Infatti, succede, ma poi passa. Ti dirò che per diversi anni sono stato specialista nel perdere chiavi e portafogli,  ultimamente mi sono perfezionato sugli occhiali. Il segreto è pensare sempre ad altro mentre fai le cose, in questa maniera riuscirai ad estrarti completamente dal momento attuale e dimenticarti di quello che hai appena fatto, il vantaggio è che ritrovo sempre gli oggetti che ho perso, ma forse potrei fare cose più costruttive. Comunque ora di tempo ce ne ho assai.”

“Il tempo spesso ci pare la misura di tutto.”

“Ecco. Appena venduto il Caffè Voltaire c’è stato quel momento in cui buttai via l’orologio, davanti alla chiesetta di Canaiola, non sapendo quanti ancora ne avrei dovuti comprare, o farmi regalare, ma quello era un simbolo, il tempo marcato dalla schiavitù di dover lavorare rispettando degli orari.

Ora potrei davvero buttarlo via, ma mi serve quando vado dal dentista, perché a volte ci vado a piedi. Per il resto passo il tempo davanti al computer, l’ora esatta e internazionale è sempre lì a disposizione, la guardo per abitudine, per organizzarmi, forse perché in qualche misteriosa e frammentata maniera, sono ancora un essere umano. E comunque me ne dimentico spesso e volentieri.”

“Non è scomodo vivere come un extraterrestre sulla terra?”

“Non lo so, ma vivere altrove non si può e poi come sono lo devo a tanti fattori diversi, la mia storia personale insomma.”

“Cioè non hai avuto scelta?”

“Forse ce l’ho avuta e non me ne sono accorto, oppure non ne ho saputo approfittare, ma quando mi guardo intorno capisco che sono esagerato anch’io, dalla parte opposta, ma non invidio certo questi qua che sembrano fatti con lo stampino, per adeguarsi a certi stili di vita che non mi piacciono e non mi sento assolutamente in errore a rifiutarli. Forse è questione di storia personale, va bene, ma che è fatta di tante piccole cose distribuite o ripetute durante gli anni. Persone che si sono incontrate o situazioni che anche non volendo si sono create come conseguenze o proiezioni delle stesse.”

“D’accordo: facciamo il punto della situazione odierna allora.”

“Dopo la morte di mamma, Battiato, Camilleri e De Crescenzo secondo me è iniziata una specie di era del cinghiale bianco se Francuzzo me la prestasse, a livello di espressione. Infatti subito dopo anche Maria Dina se n'è andata e allora tutto nel giro di poco tempo è cambiato. Per me questi non rappresentavano il passato, ma il presente e  il futuro, piuttosto, quello che mi piaceva, per intendersi. Ora mi siedo qui e piango, rido di quello che è il mondo, la vita e l'ironia dell'esistenza.

 È arrivata Tamara ormai da più di sei mesi e sto concentrando tutto il mio amore su di lei. No, c'è anche Franco, ci sono più che mai Gina e Paco.

Anche il tempo è impazzito, quello però non da ora, questa zona del mondo è sempre stata così: un giorno ci sono 31 gradi e il seguente 13, poi 29 e dopo 9. Insomma una logica c'è, ma piuttosto buffa. Per esempio d’inverno ogni due giorni c'è un'estate di San Martino. Ora è estate ma per fortuna ogni due o tre giorni ridiventa freschetto anzichenò.”

“Conclusione?”

“Boh? Mi viene in mente che ho passato la prima parte della mia vita alla ricerca di compagnia e amore, la seconda a cercare di conviverci e di capire, la terza, quella attuale a tentare di vivere da solo.

 Le amicizie e gli amori finiscono, è doloroso, ma chi ne è il colpevole? Tutto al mondo inizia e finisce, niente dura in eterno. Qui di responsabilità esterne, se ce ne sono, direi che sono frazionate e le percentuali sono oggetto di studi e di interpretazioni.

Il mondo è cambiato, d’accordo, anche noi crescendo siamo diventati differenti da come eravamo da bambini, o anche da adolescenti, figuriamoci poi da adulti.

Una tra le mie preoccupazioni è stata quella di cercare di migliorarmi come persona, ci sono riuscito in minima parte, forse perché la pratica è molto più complicata della teoria, per me come per tutti, ma sapere almeno come vorrei essere è già qualcosa.”

“E il Brasile ti è rimasto caro oppure no?”

“Certo, mi ha accolto come un figlio. Qui è un Brasile differente dagli altri, però, ce ne sono diversi.

Non solo in Brasile ci sono allagamenti e frane, ma qua si può rimanere giorni senza luce telefono, acqua, internet e questi guasti si intensificano nel cambio di stagione, principalmente da primavera all’estate ma anche dall’estate all’autunno.

Storia a sé fa il vento che sbattendo i rami degli alberi provoca disagi annunciati, essendo il nostro stato del Rio Grande do Sul uno dei più turbolenti per via del clima subtropicale, correnti di venti freddi e patagonici si scontrano con quelli caldi dell'Amazzonia e questo significa variazioni violente e improvvise di temperatura. L’umidità d’inverno è così forte che spesso è più freddo in casa che fuori e l’acqua della logica condensazione scorre sulle pareti.”

“E in comune con l’Italia e con il mondo cosa c’è?”

“Oggi abbiamo ovunque instabilità e turbolenza ottime e abbondanti, molta oppure troppa informazione, perlopiù falsa e tendenziosa. Non c’è nemmeno più bisogno di un bar, tutti vogliono opinare su tutto, specialmente se non hanno idea di cosa sia e non lo vogliono nemmeno sapere. La verità è solo teorica, questa vecchia sconosciuta è sempre sulla bocca di tutti, ma nella pratica è regolarmente ignorata e bistrattata. Una volta era più per forze maggiori, oggigiorno è più una scelta incosciente, ma pur sempre si tratta di capire che si può anche scegliere, magari sforzandosi un po’.”

“Il futuro ti spaventa oppure no?”

“Non ci penso più tanto. Lo so, sono solo e sulla soglia della vecchiaia e questo potrebbe spaventare, ma ora comincio a sentirmi meglio rispetto all'argomento prospettive per il futuro. Ho comprato una TV grande e mi vedo un film tutte le sere, ho ricominciato a bere, ma poco e saltuariamente. Ho perso Agata, la cagnetta che stava con me, cioè anche con noi, da tredici anni. Dieci giorni dopo ne ho presa un'altra, cucciolotta di dieci mesi, Tamara. Scrivo tutti i giorni ma non tantissimo, cerco di fare le pulizie in casa e il giardinaggio nel terreno intorno, che non è propriamente un giardino, ma una specie di foresta con il pavimento di pietra e anche un piccolo quarto di anfiteatro, con una bella vista sul fiume e la collina di fronte con parti di foresta vergine.

Insomma tutto questo c'era anche prima, quello che è cambiato è che ora sto cercando di trovare di nuovo il mio spazio in un mondo che mi piace sempre meno. Forse però sono più saggio, almeno un po', considero che finora ho avuto una vita interessante e abbastanza piena.

Amici qua non ne ho, ma attraverso Facebook ho contatti con gente, per lo più della nostra disastrata ma bella penisola, che pare proprio voglia, suo malgrado, entrare in guerra.

Vivo di ricordi romantici, scarico film in internet, pubblico ogni giorno su Facebook una pagina della storia della mia vita, una vita di nicchia, storia della geografia e viceversa.”

“Pensi anche alla situazione generale del mondo eccetera?”

“Vado a fasi, dipende dagli stimoli attorno. Ora però c’è più confusione e attualmente questo mi ha portato a valutare e a comprendere quanto male stiamo al mondo e quante poche possibilità abbiamo di migliorare, se non cambiamo totalmente la nostra maniera di vivere. E ritorna sempre un discorso filosofico, per me, oppure noto troppo la sua mancanza negli altri.

A livello collettivo è sufficiente abbandonare ogni progetto e risolversi a livello individuale. Essere un artista mi aiuterebbe, ma io non lo so se sono un artista, a volte però mi sento come se lo fossi. Voglio dire che ho dell’immaginazione, forse anche più del necessario, visto che è una cosa non più apprezzata come in passato.

Ricominciare tutto da capo a sessantaquattro anni? Ci sono dei lati positivi anche in questo, forse pochi, ma andare per esclusione è sempre stata la mia più frequente maniera di vivere.

Effettivamente si rinuncia a tante cose diventate inutili o impossibili, anche per via dell’età, ma non solo.

Oltrepassata la grande tristezza iniziale, non so ancora se essere lasciato dalla mia compagna, secondo la legge brasiliana anche moglie, sia stato un bene o un male. Ultimamente avevamo poca pazienza l’uno con l’altra e viceversa, poche cose in comune, sempre meno.

Certo mi ha sorpreso, non me lo aspettavo, pensavo di finire la mia vita insieme a lei, legalmente sposato da non so quanto tempo, ma convivente da quasi vent’anni. Credevo che fosse solo un momento difficile, come succede a tutti, prima o poi, non abbiamo mai aver avuto grosse crisi. Vent’anni passati in cinque minuti, non mi sono mai annoiato, questo di sicuro. Ho cominciato a pensarci anche troppo, mentre lei era ancora qui e cercava di organizzarsi per la sua vita futura."

“Allora: la nostalgia fa male o bene?”

“Dipende. Per me il momento della vita in cui si tirano le somme è arrivato, se non altro quando si ha molto tempo per scrivere e di conseguenza leggerlo, cosa che può sorprendere anche chi l’ha appena messo giù, se non lo avessi fatto non ci crederei.”

“È successo anche a me, qualche volta.”

“Quando il passato non vuol passare si ragiona in una maniera, ma quando è già lontano, laggiù, tutto diventa romantico, anche le cose che a quei tempi, lontani e remoti, parevano piccoli pezzi di routine, senza ancora alcun particolare valore affettivo.”

“Ma per chi non ha memoria, quella gente che non si ricorda niente o quasi?”

“Ne conosco alcuni, secondo me è gente che non ricorda perché ha scelto di dimenticare, perché vive in una realtà attuale che non gli piace. Sceglie, inconsciamente di dimenticarsi, di non voler capire perché è arrivata all’oggi, frutto di un ieri che non hanno saputo comprendere, per poi magari agire di conseguenza. Accettano tutto meccanicamente, senza fare pause, senza fermarsi a pensare, attaccano il sonno alla veglia e la routine per loro non è un peso, è l’unica maniera di vivere che conoscono.”

“Allora credono nel destino?”

“Sì… o forse no. Non se lo chiedono proprio, secondo me, non hanno alcuna filosofia, perché quella avrebbe bisogno di un confronto, di atti e situazioni passate, per paragonarle al presente, per scorgere un futuro.

Stamattina stavo guardando un documentario che avevo registrato su Fabrizio De André, a un certo punto dice che quello che non capisce gli fa paura. Il che è normale, capita un po’ a tutti, ma io direi che la gente si rifiuta di cercare di capire quello che non gli piace, lo liquida subito, lo mette da parte, ma forse è proprio quello che ci si dovrebbe sforzare di capire di più. Non ci si può nascondere dietro al solito dito, anche se è un pollice o peggio ancora un alluce. Sembra scomodo, ma tentare d’ignorarlo è ancora meno confortevole, le cose vanno guardate in faccia, per brutte che siano. Anzi a maggior ragione.”

“Da scrittore hai un tipo di vita da artista, piuttosto sregolata, nonostante tutto e fuori da schemi conformisti, ma come sta andando ora che sei un vecchietto?”

“Dunque, avendo rinunciato agli esseri umani da un po' di tempo, io dialogo, chiacchiero e discuto con i miei due cani e due gatti. Va bene che non rispondono a parole, eppure mi sento più apprezzato e compreso da loro che da tutti quelli che pur parlando erano troppo distratti, non mi ascoltavano e soprattutto non gliene fregava tanto di capire o di interpretare, troppo persi nei loro obbiettivi, storia personale e altre cose.”

 

 


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