martedì 16 gennaio 2024

CARAMELLA




 

Lo conoscevo di vista, padre di amici, amico di amici del giro di Piazza San Gennaro, ne avevo sentito parlare in maniera pittoresca, a cominciare dal fatto che era un non molto comune genitore, piuttosto goliardico, di undici figli.

Quando cominciò a frequentare il Caffè Voltaire familiarizzammo in poco tempo utile, distribuito in un arco più lungo di quello materiale, frazionato sia dell'alcool che dai tanti altri personaggi, non tutti positivi, che gravitavano in quelle notti di lavoro, ma anche di teatro contemporaneo.

Appassionato di jazz e di musica brasiliana, non disprezzava certo un Bacharach o un Paolo Conte. Al Caffè Voltaire faceva spesso richieste musicali, più che altro sempre le stesse, con preferenza per un certo Art Van Damme, virtuoso dei Paesi Bassi e della fisarmonica, arrivammo a donargli la cassetta, che se l'ascoltasse con calma a casa, quante volte volesse.

A trecentosessanta gradi era la nostra musica, nel senso della temperatura e del volume alto, ma anche dei generi diversi e opposti, dipendendo anche dagli orari. Le cassette le facevo io, registrando dai dischi in vinile, ma non erano tanto curate nei particolari, soprattutto le chiusure erano improvvise e troncate, a volte piuttosto rudemente.

Caramella shoccato da uno di quei finali senza tanti complimenti, di un'accorata performance di Tootsie Thielemans, altro virtuoso dei Paesi Bassi e dell'armonica a bocca, sinceramente se ne preoccupò, chiese più volte a Tutte, come lo chiamava lui, cosa era successo, se si era fatto male, come stava eccetera. Nell'improvviso silenzio musicale tutto il pubblico locale sentì e rise.

Faceva amicizia con tutti, ragazzotti di trenta o anche quarant'anni più giovani, era sempre sorridente e scherzoso. Uno di quei clienti che consumavano una birretta in tutta la serata, ma che ti faceva piacere di vederlo lì spesso, non tutte le sere, ma quasi. Non si sedeva mai, stava sempre al banco, dove un certo tipo di avventori insiste nell'avere rapporti sociali anche con i baristi, camerieri o padroni del locale.

Era chiamato Caramella perché ne aveva sempre una certa quantità in tasca da dare ai bambini.

La differenza di età per lui non era affatto un ostacolo, anzi. Una volta lo sentii dire a una nostra cameriera belloccia, Miranda, se lei lo avesse guardato ammodino negli occhi, che lo avrebbe voluto sapere perché lui - sennò - stava per andarsene. Lei rise e la prese per quella che era, una dichiarazione d'amore, da uno che da giovane doveva essere stato un rubacuori, ma gli piaceva ancora il gioco della conquista, anche solo per scherzare, per un piacevole e falso malinteso.

Da noi lavorava Victorinho e Caramella ci attaccava discorso spesso, mentre lui passava carico di vassoi pieni di bicchieri pieni e di bibite. Amava la musica brasiliana ed era anche stato anche a visitare i suoi parenti a San Paulo. Tutte le volte che aveva occasione lo presentava agli altri, che lo conoscevano già più di lui, dicendogli: questo è Victorinho, di Curitiba, dello stato del Paranà.

Riferisco dalle sue stesse parole il rapporto stringato di una serata a casa di amici, erano lui e il Serantoni, mi pare, altra figura notevole del quartiere. Avevano bevuto di tutto e insieme, ma cominciava ad essere tarduccio, verso le due il suo amico ospitante, la cui moglie era già andata a letto da tempo, andò in un’altra stanza e si sentiva sbatacchiare e frugare nei cassetti da un po’, al che Caramella, che è sempre stato un gentiluomo lo chiamò e gli disse:

“Guarda non ci devi rimanere male, ma noi dobbiamo proprio andare via.”

Mi fa venire in mente la difficoltà enorme, tutte le sere, per mandare via i clienti ubriachi. Quella più grande l’ebbi con un - mai visto prima, né dopo - signore di una certa età, con la sua innamorata di circa la metà degli anni, al quale, dopo aver finito di fare le pulizie con un aspirapolvere rumorosissimo e toltogli il tavolino con tutto quello che c’era sopra, fu necessario dirgli più volte che dovevamo proprio chiudere, che eravamo più di un’ora oltre l’orario stabilito e permesso dalla legge.

 


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