L'approccio
filosofico che noi dovremmo avere verso il nostro mondo, potrebbe essere
uno sguardo spassionato sulle manifestazioni circostanti e spesso incomprensibili, sulle quali noi non possiamo interferire più di tanto.
Questa
è la parte più facile.
La
più difficile è riuscire a evitare che tutti questi incredibili fenomeni naturali attorno a noi non ci travolgano, come una tsunami senza guinzaglio.
La
filosofia ci dovrebbe servire a non soffrirne eccessivamente, ma non si può
pensare di essere superiori e intoccabili, la nostra eventuale saggezza deve
servire anche a questo.
I
fenomeni di cui parlo sono il sole, il vento e la pioggia, le conseguenti tempeste e i terremoti, ma anche la
burocrazia, la politica, le banche e la guerra; insomma le inevitabili catastrofi e le calamità
naturali che non puoi affrontare, ma solo cercare di adattarti, se possibile di
evitarle del tutto.
È
difficile condurre i sentimenti per mano per esempio, dove magari valgano la
pena di essere sentiti, quelli non ce l'hanno nemmeno la mano, neppure un
manico qualsiasi che si possa stringere, per impedirgli che lo spazio e il
tempo non se li portino via.
Quelli
sono instabili e volatili, insomma non hanno capacità di stare lì ad aspettare, non sanno soffrire, non vogliono proprio.
Come
si fa?
Anche in farmacia, per le malattie dei sentimenti non ci sono pasticche veramente efficaci, si tende a eliminare provvisoriamente i sintomi, ma non il male in sé.