venerdì 22 luglio 2011

BRITTA WIEGAND


Curiosamente quello che per noi è Ratisbona, per i tedeschi è Regensburg, che  poi tradotto sarebbe ‘il borgo della pioggia’.
E lei, alle 8 e 26, ci ritornò, lasciandomi innescato come una bomba, che però non poteva più esplodere, come avrebbe invece voluto.
Pioveva forte.


Era assai calma, mentalmente non facile da scuotere né da impressionare, il suo comportamento ricordava molto quello di chi vive in una dimensione parallela.
Tuttavia, le cose non stavano così.
O almeno non del tutto.

Il sesso è uno dei misteri più intriganti della natura, l’amore non c’entra niente, anzi marcia al contrario.
Non lo sapevo ancora, io e l’orgasmo era il migliore inganno che un fantomatico dio avrebbe potuto inventare, solo per mandare avanti la specie.
Ma a me che me ne fregava della specie?

Britta era diversa da tutte.
La sua bellezza era causata anche dalla grande quantità di corpo a disposizione.
Lo ammetto, ho visto il cielo in quella stronza e ne ho perfino sentito l’odore.
E poi non lo so se la stronza è stata lei, oppure io.
Magari tutti e due.

Chissà perché solo noi italiani immaginiamo qualcosa di angelico nelle donne, che invece sono di carne ed ossa.

Certo, era molto più bionda di ogni ragazza che avevo avuto prima, ma mi pareva anche irresistibile che fosse totalmente impassibile a quello che le avveniva intorno.
Intorno c’erano più che altro dei ragazzotti curiosi che ronzavano impazziti.

Non mi resi conto di niente, io, finché quella sera, ubriachi, ci trovammo a flirtare sul divano, in maniera buffa, dopo pochi minuti eravamo a letto.
Sembravamo non avere interessi d'altro genere.
Mai avuti?
Era un peccato doverci interrompere, ma la sua amica Bruna disse che bisognava farlo.
Era già mattina, pioveva forte e dovevano ripartire per Ratisbona, o per quella che loro chiamavano Regensburg.



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