Caro Leonardo (supermegafamilybrother!)
come va? Tutto a posto in loco?
Qui tutto al solito, nessuna novità di rilievo, ho solo finito i lavori alla casa che ti avevo detto. Come forse ti avevo accennato, qui ho finalmente deciso di rintuzzare quel grande muro che mi dava alcuni problemi di umidità e muffa, se non di cadere a pezzi nel prossimo futuro. Mi sono convinto che sperare che non fosse quello anteriore non serviva a niente.
Ho colto l'occasione quando mi è stato presentato un muratore che non conoscevo, e forse stavo meglio così.
Caio mi è stato indicato da Jefferson, bravo commesso del negozio di ferramenta e articoli per la costruzione, ormai l'unico negozio che frequento, oltre al supermercato. Ha detto che era un ottimo professionista e io ci ho creduto. Gli ho subito chiesto se faceva anche i controsoffitti di plastica e lui ha detto di sì, che faceva lavori di muratura e tutto il resto.
Di faccia assomiglia a Fernandel, famoso comico francese che in Italia ha fatto vari film, tipo la serie di Don Camillo e Peppone, uno anche con Totò. Quando gli ho fatto vedere le foto dell'attore non gli è piaciuto, lui si sente più giovane o meno brutto, ma non è vero, è proprio il suo sosia.
Come tutti i muratori che fanno anche lavori di idraulica, carpenteria, elettricità e tutto quello che riguarda la costruzione o il restauro della casa, mi ha dato subito l'impressione di essere una persona che non avesse la stessa mia visione della realtà, cosa affatto rara, non mi sono preoccupato.
Il primo lavoro che mi ha fatto è stato buono, pur con vari problemi di sprechi, soprattutto sul materiale che mi aveva fatto comprare, che risultava poi essere del trenta per cento in più del necessario, che non è poco e dopo non sai più che farci, pazienza.
Prima di questo controsoffitto vecchio doveva togliere il legno pieno di tarli, che qui sono velocissimi e soprattutto con il perlinato di pino fanno dei danni non indifferenti, lasciando praticamente solo la parte di fuori e mangiando tutto il dentro in poco tempo, dato che non si capisce perché continuino a usare il pino che praticamente è il loro cibo.
Mi ha fatto dei rinforzi di mattoni pieni e cemento per il terrazzo che sono risultati abbastanza buoni, anche se l'ultima parte l'ha lasciata incompiuta, un pezzettino difficile perché alto e difficilmente raggiungibile, aveva fretta di andare a fare un altro lavoro ed è scappato senza dire niente.
Caio e i suoi due aiutanti erano una rottura di scatole continua perché mettevano la radio a tutto volume, poi gridavano e lui non stava mai zitto un secondo.
Inoltre faceva tutto il contrario di quello che diceva: se dichiarava che una cosa andava fatta assolutamente in una maniera poi faceva nell'altra. Dopo due settimane sono stato contento che se ne sia andato, anche se non ha finito completamente il lavoro, era solo una rifinitura, ma il compenso pattuito era abbastanza caro.
Poi aveva preso degli articoli a nome mio senza dirmi niente che io avevo pagato e se non guardavo lo scontrino del negozio mi avrebbe fregato, alla fine ha detto che se l'era dimenticato, ma ormai avevo capito che era un bugiardo anche troppo naturale e sfacciato.
Due caratteristiche che vanno bene d'accordo, non mi è sembrato affatto onesto, avevo pensato di non chiamarlo più, però dovevo fare questo lavoro sulla parte esterna della casa sul confine e il muratore che una volta era mio vicino e aveva intrapreso un lavoro grande, qui nei pressi, l'aveva finito, ma si era guardato bene dal venire da me, come annunciato, perché secondo lui io dovevo stare a chiamarlo continuamente, sennò si dimenticava e dire che doveva riscuotere anche una metà dei lavori fatti in precedenza, più o meno cinque anni fa. Quindi secondo la sua ferrea logica arrugginita mi evitava.
Brandina, la mia vicina, l'avevo già interpellata per poter fare questo lavoro, in pratica tutto sul suo terreno, perché la casa è sul confine e avevo dei problemi di impermeabilità, cioè entrava acqua quando pioveva da quel muro alto otto metri e più o meno lungo quattordici.
Era un lavoro grosso, l'intonaco circa venticinque anni prima lo avevo fatto io stesso, era forte ma discontinuo, come me, tutto storto e il muro sotto di suo lo era già la sua parte, quindi per farlo nuovo e pareggiarlo c'era da metterci una quantità industriale di cemento e sabbia.
Ci voleva del tempo e lui mi aveva detto, prima di andarsene, che pensava di farlo in due settimane. Poi invece ha detto che ce ne volevano quattro, dopo un mese, che doveva togliere l'intonaco vecchio, che invece a me sembrava buono e alla fine ne ha tolto solo una piccola parte. Il prezzo che poi ha ritoccato, dopo qualche giorno, è aumentato naturalmente. Non doveva più fare questa parte di lavoro che era preventivata, invece di diminuire, il prezzo è aumentato. Con Caio ragionarci è improbabile, se non impossibile, ogni volta che ci ho provato sono andato su tutte le furie, ma non sono riuscito a spostarlo minimamente dal suo proposito.
Sapevo che non era facile trovare qualcuno per fare un lavoro del genere, perché l'intonaco è uno dei lavori più noiosi e faticosi, ci vuole nel tempo e ci vuole soprattutto della forza fisica, che ormai vecchietto lui non aveva, quindi doveva metterci qualcun altro a farlo e poi nel frattempo prendeva altri lavori, anche se aveva spergiurato che non lo avrebbe mai fatto.
Quando pioveva non venivano, quando qui non pioveva, a volte, Caio diceva che a casa sua invece sì. Abita a Itapoan, piuttosto lontanuccio, d'accordo, ma non potevo sapere se era vero, essendo lui un tremendo bugiardo.
Certi giorni non si presentava proprio, oppure andavano via a mezzogiorno o alle due. Insomma lavoravano mezza giornata e considerando che bisognava anche affittare le impalcature, lui aveva detto che sarebbe bastato per quindici giorni e invece, dopo averne parlato il giorno prima, è andato là da solo, senza dire niente e le ha prese per un mese. Il preventivo che avevo fatto io era la metà del prezzo.
La macchina gli si rompeva tutti i giorni, a volte forse era vero, altre volte invece era una scusa. Mi ero già arrabbiato con lui per queste sue assenze ingiustificate, per queste sue sbruffonate, che diceva di fare una cosa e poi senza dir nulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo, faceva l'opposto, e c'aveva un repertorio di opposti non indifferente.
Anche per questo ennesimo atto di scarso rispetto e zero considerazione nei miei confronti mi sono infuriato invano, lui poi ha continuato come se niente fosse a inventare bugie e a fare alla sua maniera, dopo aver detto di fare in un'altra, o in un'altra ancora, però mai in quella originale e dichiarata.
Per l'ultima ordinazione dell'impermeabilizzante per pareti esterne, siamo andati insieme alla Pontosul, il nostro negozio di fiducia. Jefferson, tanto per fare una battuta, ha detto che aveva pensato che poteva perdere la mia amicizia indicandomi Caio e io ho colto l'occasione per dire che stava quasi per succedere.
Tutti e due sono rimasti imbarazzati, ma in Brasile bisogna avere una grande flessibilità, non so se io ne ho acquisito almeno una parte, dopo averci passato la metà o quasi della mia vita. Dentro di me sapevo che i muratori, come tante altre categorie qua, non hanno certo la pretesa di essere seri, di essere persone che dicono la verità, ma quando mai, qui nessuno lo fa! O semplicemente di mantenere la loro parola su quello che avevano detto prima, figuriamoci, che non si sa se non lo ricordano nemmeno, oppure fanno solo finta.
Uno dei miei tre alberi di avocados quest'anno è stato particolarmente generoso, dopo avergliene dato due borsate piene, nei primi giorni di lavoro, Caio ha insistito spesso per averne ancora e io, siccome non ero per niente soddisfatto delle cose come andavano, era passato più di un mese e loro non avevano nessuna fretta, non glieli volevo dare e ho anche alzato la voce alla sua insistenza che se ne è scappato via come un topo.
In diverse occasioni gli ho detto più volte che era un fottuto bugiardo e che lo faceva spesso anche senza utilità, per lui parlare e mentire era la stessa cosa, naturalmente negava e continuava a negare.
Com'è che potevo pretendere che dicesse che era vero? Il bugiardo quando nega ammette e quando ammette nega.
L'ho anche mandato affanculo diverse volte, almeno mi sfogavo, lui non capiva l'italiano, ma credo che abbia capito il messaggio. Per quanto, se l'aveva capito, non ha certo migliorato il suo modo di essere o di lavorare, non si è spostato di un millimetro.
Tra le altre sue prodezze ha rubato l'acqua per giorni alla vicina di casa, finché lei non se ne accorta e gli ha chiuso il registro con il lucchetto. Io glielo avevo chiesto prima, se non ne aveva bisogno, bastava allungare la sistola oltre il muro, lui ha detto di no, che se la portava da casa con un bidone. Aveva già tentato di rubare anche l'energia elettrica per la betoniera, ma Brandina se ne era accorta subito.
I suoi muratori o manovali però gli volevano bene, hanno detto che li aiutava sempre quando avevano bisogno, non so come, ma si vedeva che c'avevano un buon rapporto.
Gli ho regalato tutto quello che era di troppo in casa, roba che occupava spazio, che non avevo speranza di usare, non sempre di nullo o scarso valore, ma ho visto che se era gratis accettavano tutto e ne ho approfittato.
Alla fine, per il saldo finale, gli ho dato altre due sacchettate di quei frutti, che lui diceva che facevano diventare forti-forti, o facevano mentire meglio e di più, per darli anche ai suoi operai, che loro sì che si facevano il culo e guadagnavano una miseria.
Ti e mi chiederai: ma alla fine, come è venuto il lavoro?
Mi e ti risponderò che stilisticamente fa schifo, il muro è tutt'altro che liscio, però è una parte della casa che non vedo mai, se non da lontano scendendo a valle e credo che sia forte e impermeabile ora, che duri almeno finché io sono vivo, figli ed eredi non ce ne ho e non credo che ne avrò facilmente.
D'accordo: la costruzione civile qui è abbastanza incivile, ma forse i tempi sono cambiati anche là da voi. Insomma, non so come sia oggigiorno in Italia, te hai fatto dei lavori grossi alla casa da non molto tempo e lo sai.
Spero di non averti annoiato, con queste mie lunghe storie che non so più a chi raccontare, la gente non ha più pazienza di ascoltarmi e a pensarci bene io ce ne ho anche meno di loro.
Avendo ormai poco da fare, oltre alla pulizia, eventuali riparazioni e uno scarso giardinaggio, attualmente mi soffermo piuttosto a riflettere sul pensiero dei miei gatti e cani, alla loro maniera di considerare i casi di ordinaria e straordinaria amministrazione quotidiana. Pur convivendo, io ho ragione di credere assai diversa da quella umana.
Noto che anche tra gatti e cani il relativo approccio alla vita differisce piuttosto con il cosiddetto pensiero occidentale, probabilmente anche da quello orientale.
Tra gatti femmine e gatti maschi ulteriormente direi, lo stesso avviene con cani e cagne. Ognuno ha il suo carattere, ma influisce anche l'età, l'educazione ricevuta o la sua relativa mancanza.
Per esempio Tamara ora è quaranta chili, poco più di un anno fa era un chilo e settecento grammi. Dicono che avesse undici fratellini, certo con qualche numerosa sorellina di mezzo.
Non credevo che fosse possibile e mi sono informato: il numero dei cuccioli varia in base alla razza, da un minimo di uno a un massimo di una quindicina, normalmente le razze di taglia piccola fanno un numero di cuccioli minore, rispetto a quelle di taglia grande.
La ragazza che me l'ha data, aveva detto che era di taglia media, che io pensavo corrispondesse a cani di circa venti chili, ma ultimamente ho notato su vari testi e sulle confezioni delle crocchette, insomma il cibo secco per cani, che alcuni considerano il pastore tedesco una taglia media.
Questa ragazza è di origine italiana e fa di cognome Frusciante, gestisce insieme alla sua famiglia un ristorante fuori da Porto Alegre. Qualche giorno fa la ho messaggiata con il pratico Whatsapp, per sapere di che razza fossero i genitori della ex cagnetta, che oltre che diventata grande, anche da adulta è rimasta piuttosto pestifera. Della madre mi ha mandato qualche foto, assomiglia parecchio alla Tamara tricolore: nero, bianco e beige, ma molto più piccola. Ha detto che il padre non si sa, ma il responsabile principale deve essere lui, ho pensato io. Tale Marina però ha tagliato la conversazione quando le ho detto che Tamara era quaranta chili, forse temeva che gliela volessi restituire.
Invece già non saprei immaginarmi la vita senza di lei, anche i gatti e Franco sono importanti e ci sono assai affezionato, ma lei mi riempie le giornate, nel bene e nel male, è così appiccicosa e rompiscatole che non mi lascia solo un secondo, anche quando sono in bagno devo lasciare la porta aperta, anche lì entra, pretende coccole e attenzione.
Quando è arrivata qui se vedeva la ciotola del mangiare arrivare ci saltava sopra con tutta la forza e mangiava forsennatamente e selvaggiamente, ora non lo fa più. Da questo ho capito che non era facile, in quel mucchio, riuscire a cibarsi senza essere sopraffatte dall'agguerrita concorrenza.
Non vorrebbe che io accarezzassi i micetti, ma soprattutto il cane maschio, Franco, anche se nel frattempo accarezzo lei stessa. Piange, si lamenta, è gelosa.
I gatti Gina e Paco dormono accoccolati sul divano, attaccati l'una all'altro e spesso anche a Tamara, ma non vanno d'accordo tra di loro, ogni tanto si danno zampate e soffiano alla loro maniera aggressiva. Mi è venuto il dubbio che scherzino, ma non ne sono affatto sicuro.
Tamara gioca con Paco, gli abbaia, fa finta di morderlo al collo, gli gira intorno, ma lui non so se gradisce, se la sua reazione di fingere di saltargli addosso con le zampe anteriori tese in avanti sia da considerarsi seccata o no.
Franco va relativamente d'accordo con Tamara, soprattutto ora che lei è diventata il doppio di lui, ma dipende dalle occasioni e dal tipo di cibo, che uno faccia il prepotente con l'altra, o viceversa. Essendo la più giovane e piena di energia, Tamara ha preso un po' il comando della ciurma e Franco, (che è l'unico non sterilizzato, e ormai ha più di dieci anni,) passata la mattinata a far lotte, inseguimenti e simulazioni di violenza varie con lei, nel pomeriggio si ritira nella cuccia fino a notte e ringhia a chiunque si avvicini, anche a me.
Va bene, io la mattina quando mi alzo sono allegro, avrei tanta voglia di fare, invece poi non faccio nulla, nel senso che non vedo molti sbocchi, perché è la mia maniera di vedere la vita, attualmente, che rifiuta tutte le cose che possono farmi scorgere un presente in carne e ossa, che poi anche per sbaglio potesse diventare un futuro più interattivo e ciccioso, perché semplicemente le opzioni a tiro ormai non mi piacciono e allora ci rinuncio quasi automaticamente.
Sento la solitudine, mi fa male soprattutto la sera, però la presenza umana in genere mi annoia, mi disturba, se prolungata più di una mezzoretta. O è la gente che è peggiorata o sono io, forse tutti e due.
Mi piace la natura, ma vivo in una città di circa due milioni di abitanti, e uscire in giro, presuppone prendere la macchina e attorno a me c'è un vortice di motociclette, automobili, camioncini e autobus che mi fanno passare la voglia. Qui ci sono migliaia di persone che hanno fretta e ti spingono, che sono indaffarate a far soldi per sopravvivere, cosa che io non faccio più, da un po' di tempo e anche prima procuravo lo stretto necessario e mi rendeva ansioso solo pensare che ero, come tutti sono, imprigionati in questa morsa mortale, dover lavorare, non poter fermarsi per potersi mantenere.
Non mi riesce di immaginare come sarebbe la mia vita ora, se fossi rimasto al Quercione, certo sarebbe differente se ci fossi poi tornato dopo.
La lontananza, opportunamente sfruttata, può diventare una cosa quasi virtuale, ma i chilometri in mezzo sono tanti, se non erro, 12.000 corrisponde anche all'ampiezza dell'Oceano Pacifico, mi pare, tipo dalla Cina alla Colombia.
Per mantenere viva la nostra amicizia, ti avevo proposto di scrivere qualcosetta insieme, ma intuisco che non te la senti e lo so che ho sbagliato a insistere, ma era a fin di bene.
Stavamo dicendo piuttosto che la musica è importante, almeno per chi vive di atmosfera, di sensazioni, di ricordi... insomma di sentimenti.
Certo che ci vuole anche della tecnica, almeno per produrla e sono contento che tu abbia cominciato a suonare la batteria.
A suo tempo anch'io tentai di intraprendere la carriera di musicista, insieme al nostro fratello Umberto, il quale suona diversi strumenti e piuttosto bene la chitarra.
Quando ascoltai la prima registrazione del gruppo, però decisi che era una cosa aldisopra delle mie capacità e tanta pazienza per imparare a suonare la tastiera non ne avevo. A livello di pazienza non direi che non ne ho per niente, forse solo per determinate cose, ma non saprei dire quali, anche per via della mia famosa discontinuità.
Per cantare poi ho avuto una seconda ma buffa occasione, qua in Brasile. Alla fine di ogni lezione d'italiano, portavo sempre una canzone nuova per gli allievi, che intonavamo insieme a squarciagola. I risultati a livello di bellezza canora erano pessimi, i brasiliani e soprattutto le brasiliane ballano bene, ma a cantare sono piuttosto negati.
Però, in seguito, anche esercitandomi, scoprii che stavo cantando meglio e a casa, da solo o con la mia sopraggiunta prima moglie, mi cimentavo con pezzi, soprattutto italiani, più adatti alle mie possibilità vocali.
Nei miei primi tempi brasileiros, quando abitavo nell'appartamentino di Rua Riachuelo, nel centro di Porto Alegre, facendo la doccia, cantai con autentica passione Le cose della vita di Antonello Venditti. Non mi ero reso conto che dagli altri sette appartamenti, (con finestre su un cortiletto che era più che altro uno stretto pozzo di luce e aria,) si sentiva tutto, e alla fine mi applaudirono entusiasti e si congratularono.
In ogni epoca storica della mia esistenza la musica è stata fondamentale e gradevole compagna, ancor oggi cerco spesso canzoni nuove su Youtube, in più ascolto quelle vecchie, le pubblico sul gruppo di Facebook.
Mi sarebbe piaciuto suonare uno strumento, come fai te, ma alla fine nella mia vita di cose ne ho fatte tante e non potevo certo pretendere di farle tutte, che me ne piacevano erano tante, oppure troppe. Sai che ho fatto anche il DJ alla radio Tirreno Nord a Viareggio?
E la musica contemporanea come si sta sviluppando? Il pur bravo figliuolo Sandro è poi andato in vacanza da solo? E dove?
Ora ti saluto e ti auguro di stare bene
a te alla tua famiglia
a presto
Moreno
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