venerdì 24 novembre 2023

PERCHÉ LA MONOGAMIA

 


L'epoca che più mi garba è la preistoria, sia per l'elasticità dei limiti temporali, che per la mancanza di regole e leggi, per l'ampio spazio disponibile per ipotesi - eventuali e potenziali spiegazioni per quello che è successo dopo - e soprattutto per la totale assenza di politica e guerre.

Se il genere umano esiste da 3 milioni di anni o anche più, i Neanderthal sono rimasti con noi, che saremmo i Sapiens, qualcosa tra i 70 e gli 80 mila anni, poi si sono estinti, un po’ come i dinosauri, facendo spazio ai mammiferi.

Dicevano che non si erano mischiati i due ceppi, ma ultimamente hanno ammesso che invece sì. Ci sono alcuni difensori, in alcune squadre di calcio, alcuni determinati padri di giovani fidanzate che ho avuto modo di conoscere, che anche volendo non potrebbero negare la loro appartenenza.

Il Sapiens, che veniva da sud era più slanciato e meno forte, forse più intelligente, il Neanderthal che era già lì e li aspettò - meschino - a piè fermo, era una specie di Hulk peloso e di un altro colore, meno verde e più sul rosa, aveva la mascella assai pronunciata da carnivoro e forse era anche meno svelto di cervello, si capisce anche dai suoi utensili che erano certo più rozzi di quelli dei Sapiens.

Per 70.000 anni i Sapiens e i Neanderthal hanno convissuto, l'agricoltura esiste però da 10.000 approssimativi, prima gli uomini cacciavano e pescavano, le donne intanto inventavano un allevamento e cominciavano a coltivare, ma i primi animali domestici furono i lupi e la donna visto come facevano loro, quando si accoppiavano, cominciò a capire anche i loro figli da dove venivano.

Lavorare è noioso e sgradevole, non è per un altro motivo che hanno inventato la schiavitù e il salario minimo. Perché allora l'uomo ha preferito l'agricoltura e abbandonato la vita da nomade, perché ha preferito il lavoro massacrante della civilizzazione al vagabondaggio attivo del Paleolitico? È qui che casca l'asino: per causa dell'inerzia. L'uomo vuole la routine anche se la routine è noiosa, pesante, sgradevole perché la routine gli dà la sicurezza. L'uomo preferisce le certezze della prigione ai dubbi della libertà!

Insomma l'avere è nemico dell'essere, ma bisogna riuscire a farli convivere. Come l'uomo e la donna che sono opposti, complementari e a volte, purtroppo o per fortuna, anche supplementari.

Il problema è che la vita agricola dipende essenzialmente dalla terra cioè l'uomo aveva bisogno di possedere la terra per ovvi motivi agricoli.

Ecco il verbo decisivo: avere.

Fino a quel momento l'uomo non aveva niente, il maschio non aveva nemmeno i figli, perché i figli appartenevano alle donne.

Per più di due milioni di anni l'uomo non ha lavorato, al massimo costruiva le sue armi rudimentali, ma non si poteva chiamare lavoro, perché succedeva ogni tanto.

L'uomo non aveva beni, non aveva la casa, non aveva mobili, aveva alcuni pochi utensili personali che si portava dietro, ma se li avesse persi poi poteva costruirne di nuovi facilmente, con quello che gli offriva la natura: una pietra da lavorare, una lancia da affilare, insomma un bastone per farlo diventare una lancia.

Allora l'uomo cominciò ad aver bisogno di possedere, aveva bisogno della terra per piantare, per coltivare la sua nuova agricoltura, una casa dove abitare. In questa casa bisognava avere lo spazio per dormire e mangiare, ci dovevano essere gli strumenti per lavorare la terra e armi per proteggerla. Ora l'uomo aveva qualcosa, la proprietà è stata un sottoprodotto dell'agricoltura.

I Sapiens iniziarono a salare la carne, nelle terre fredde facevano buchi e congelavano gli animali uccisi. Il cane, figlio bastardo del lupo, iniziò ad aiutare l'uomo a cacciare, alcune specie si estinsero con la caccia intensiva, allo stesso tempo alla fine dell'Era Glaciale il ghiaccio si ritirò verso i poli e aumentarono le foreste, i grandi animali che correvano nelle praterie diventarono sempre più rari.

Con i nuovi sistemi riuscirono a mantenere la carne per maggior tempo e allora cominciarono a cacciare in maniera più sistematica e continua. Arrivarono a costruire fionde, arco e frecce, dei grandi imbuti fatti di muri di pietra, dove gli animali venivano spinti e massacrati, quando in fondo non avevano più dove fuggire, un po' come le tonnare diventate recentemente fuorilegge.

Il Neanderthal non pianificava, era a livello di tecnologia inferiore e antiquato, perciò si estinse. L'agricoltura, l'allevamento e la vita sempre meno nomade, diventarono la normalità un po' dovunque, la proprietà fu una conseguenza della nuova vita sedentaria.

Il sesso è una cosa da uomini, forse perché dietro c’è una caccia, un desiderio di conquista, quasi come se fosse sbranare la propria preda.

Inutile negare che ci siano alcune, poche, dilettanti che si sentono di fare un po’ la stessa cosa, però è più per nervosismo e istinto d’imitazione. La donna è più madre e regina della grotta, o capanna che sia, governante del suo territorio e relativa prole, galline, anatre, capre e pecore incluse.

L’uomo dal canto suo è un pavone che cerca d’impressionare la sua femmina, mostrare la sua forza fisica, la sua fama, il denaro, il potere, la sua falsa sicurezza e alla fine è solo una facciata e dietro non c’è niente, perché non c’è stata né occasione né tempo per uscire da quel tunnel e farsi una pensata, per capire qualcosa della vita e del mondo.

La monogamia è una cosa da donne, ma oggigiorno tu che sei un uomo ti vedi obbligato, forzato, anche tu a essere monogamo.

Oggi è brutto non essere monogamo: non è peccaminoso, non è illegale, non è nemmeno immorale, è brutto e non c'è bisogno di niente di più per opprimere e far vergognare e anche schiavizzare qualcuno. Sì, ti sei trasformato in uno schiavo della monogamia.

E perché poi un uomo e una donna, e non due uomini e una donna, o due donne e un uomo, come fanno per esempio gli indios in Amazzonia, in questi grandi comunità pare che nessuno sia di nessuno, e che non ci siano pretese di questo genere, che secondo me sono ancora assurde e generano anche malintesi e screzi, dove non sono assolutamente necessari, la vita è già abbastanza complicata.

Perché esiste la monogamia?

All'inizio e per qualche milione di anni non c'erano pretese coniugali perché il matrimonio non esisteva, non c'era nemmeno la famiglia e l'uomo non sapeva nemmeno che per fare figli era fondamentale la sua partecipazione. Ancora oggi tribù indigene considerano la fecondità femminile causata dalla luna piena, dai bagni nel fiume in determinate epoche, punture di alcune zanzare eccetera.

In un secondo periodo, in queste pratiche comunità, dato i tempi che correvano, l'uomo non sapeva mai chi fosse il proprio figlio, se ogni donna poteva farlo con tutti. Il discorso della coppia fissa forse è iniziato come una funzione di protezione della proprietà, da parte della donna. L'uomo poteva continuare ad andare con le altre, ma la coppia fissa - per questioni pratiche di eredità - era la soluzione femminile di chi era madre e faceva i suoi primi storici passi, per la società in cambiamento.

Per avere un esempio più recente, di quello che invece potrebbe succedere, c'è una commedia di Eduardo De Filippo, Filumena Marturano, diventato poi il film di De Sica Matrimonio all'italiana con Sofia Loren e Mastroianni.

Non si sa se prima o dopo che l'uomo avesse capito, perché glielo aveva detto la donna, che per fare i figli anche il suo intervento era importante.

Secondo alcuni studiosi, è l’homo sapiens il primo essere umano con la forma della bocca e degli organi della gola adatti a parlare.

Ciò che conta è che per mezzo del linguaggio, gli uomini preistorici furono in grado di stabilire rapporti sociali più complessi. Tra l’altro, essi poterono trasmettere informazioni. Per esempio, gli adulti poterono educare i giovani insegnando loro le proprie conoscenze, come accendere il fuoco, cacciare gli animali, curarsi con le erbe.

Queste conoscenze poi si consolidarono e si ampliarono nelle generazioni successive. Di conseguenza, la tecnologia poté svilupparsi e diffondersi sempre di più.

Il fatto di poter rimanere a lungo - supportati indipendentemente dall'erezione - nel corpo della partner sottrae tempo ai rivali e aumenta le chance di assicurarsi una discendenza. La poligamia e la presenza di accoppiamenti stagionali, infatti, sono fattori predittivi della lunghezza dell'osso penico nei primati.

Non tutti sanno che come il cane e tanti altri mammiferi, l'uomo aveva un osso nel pene, detto baculum che aveva una sua precisa funzione.

La storia evolutiva di quest'osso, scopriamo che iniziò a evolversi tra i 145 e i 95 milioni di anni fa. Era quindi sicuramente presente nel più recente comune antenato di primati e mammiferi carnivori.

Il motivo per cui poi, in alcuni discendenti è andato scomparendo sembra legato alle modalità di accoppiamento. Nei primati, la presenza del baculum è legata alla maggiore durata dei rapporti, essenziale per garantire alte possibilità di generare prole nelle specie poligame, in cui molti maschi si accoppiano con molte femmine.

Nell'uomo le cose funzionano diversamente. Gli scienziati ipotizzano infatti che l'essere umano abbia perso l'osso del pene quando la monogamia è emersa come la strategia riproduttiva dominante, circa 1,9 milioni di anni fa, al tempo dell'Homo erectus. A quel punto non c'era più bisogno di far durare la penetrazione tanto più a lungo, e l'osso è scomparso.

Detto questo, l'amore romantico probabilmente ha fatto i suoi primi passi nel Medioevo, in precedenza il cristianesimo aveva condito il sesso con la colpa, aveva elevato lo spirito a discapito della carne.


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