Per pura coincidenza affettuoso e qui onomatopeico diminutivo di Gustavo, per caratteristiche sue intrinseche, sulle quali non sarà necessario indagare troppo, Vino insomma, eterno giovinotto barbuto, seduto su una interminabile panca al parimenti lunghissimo tavolo, in una festa quasi di paese, nel quartiere di Avellaneda, (un tempo residenziale, ma ora non più) con la musica alta e troppo liquido ingurgitato, si è messo a parlare con Lopezito, suo amico dall’infanzia, ma con una certa difficoltà logistica.