sabato 15 dicembre 2018

SECONDA INTERVISTA A UN CITTADINO DEL TERZO MILLENNIO



Camilo Barnaba Diaz, musicista, 37 anni di S.Paulo, celibe

Che strumento suona?”
Tutti. Non perfettamente, ma non faccio eccezioni. La chitarra acustica però è la mia preferita, quella anche che suono meglio.”
Ha imparato in scuole musicali specializzate?”
No, sono completamente autodidatta.”
Secondo lei non vale la pena frequentare una scuola di musica?”
No, non direi in senso assoluto, ma solo che ci sono persone che sono portate e altre che sono negate, a vari livelli, inoltre se uno c'ha della passione autentica è molto avvantaggiato.”
Che ne pensa della musica moderna?”
Fa schifo, ma è anche bella, come quella antica, insomma ce n'è per tutti i gusti. Il lato buono è che è sempre più diffusa, più sfaccettata, più tecnologica, si cerca di preservare anche gli strumenti ancestrali o solo antichi... quello brutto però è che dal pescivendolo al negozio di pompe funebri ti devi sempre sorbire musica, almeno nelle grandi città. Non entro nel merito dei gusti personali, ma qua in Brasile la musica è una violenza, uno non è mai libero di scegliere quale ascoltare e a quale volume, non so perché abbiano inventato quelle cuffiette che uno è libero di spaccarsi i timpani da solo ma non rompe le scatole a nessuno. Quando vado nel mio povero paese di nascita, nello stato di Pernambuco, la cosa più bella è quando entro in un negozio c'è ancora del silenzio, se non parla nessuno, se non ci sono cani che abbaiano, o qualcuno che parla con il cellulare, altra piaga dell'epoca moderna, che siamo condannati ad ascoltare le conversazioni urlate di gente che sembra orgogliosa di passare i propri fatti di vita a tutti intorno a loro. Sembra che il silenzio spaventi sempre di più la gente, invece è una bella cosa, anzi bellissima, impossibile a trovarsi nella grande città, ma sempre più raro anche nelle medie e piccole.”
Perché ha scelto la caotica S.Paulo, allora?”
Perché qua un musicista riesce a sopravvivere suonando anche buona musica, certo mi tocca di aggregarmi a gruppi di brutta e pessima musica, ma se uno ce l'ha nel sangue va dietro al ritmo e alla fine chi se ne frega, se la gode lo stesso... o quasi. Ascoltarla già è un'altra roba, se si potesse scegliere, ma si sa che la testa vuota è la padella del diavolo...”
Lei quale preferisce, per esempio?”
Ho gusti molto precisi, per ascoltare preferisco roba calma, se devo ballare o suonare allora vado più sul ritmato, è chiaro. Inoltre un autore o un interprete non lo accetto completamente, tutti fanno roba migliore, mediana e peggiore; secondo i miei gusti. Anche i mostri sacri molto eclettici come David Bowie, o Gilberto Gil per rimanere in Brasile, hanno fatto più roba buona che cattiva, ma anche loro sono umani. Se ho bevuto qualche birra preferisco roba nordestina, samba per ballare, roba lenta e tranquilla se sono stanco, se trovo del silenzio me lo assaporo beatamente, ma qui non mi succede mai. La gente non conosce il silenzio, lo evita sempre di più, per questo gli fa paura.”
Perché non si è sposato?”
Bella domanda. Forse perché la musica non me lo ha permesso, poi quando ho trovato quelle fanciulle che mi avrebbero rivoluzionato tutto il precedente comportamento, allora sono state loro a scappare via. E avevano ragione. Forse un giorno mi ritirerò in campagna, magari fuori dal Brasile, che ne so, in Europa. Allora magari metterò su una specie di famiglia, chi lo sa?”
Qual è per lei il senso della vita?”
Divertirsi, stare bene, amare, non solo gente o animali, ma avere delle passioni forti, sogni realizzabili e poi realizzarli, come fare musica, comporre e eseguire la nostra stessa opera... ma potrebbe essere qualsiasi altra cosa che ci fa scordare il tempo, che per ore ci dimentichiamo di bere, di mangiare, di andare al gabinetto... anche fare modellismo, magari per qualcuno, che ne so, camminare in mezzo alla natura...”
Come vede la relazione tra il tempo e lo spazio, lei che è un artista ci deve pensare abbastanza.”
Sì. Ci penso ma non so trovare un rapporto efficace per me accettabile in maniera razionale, dentro la routine della vita di tutti i giorni, specialmente in una città caotica come S.Paulo. Comunque il tempo per me rappresenta più dello spazio, in termini d'importanza vitale, se non ho tempo sto male, dello spazio chi ha immaginazione ne fa più facilmente a meno. Questa relazione è un po' la chiave del consumismo, ovvero: chi ha meno tempo da' più importanza alle cose materiali, chi ha più tempo invece da' più valore a quelle spirituali, come un artista, ma anche un mistico, un filosofo... persone che apprezzano più l'essere che l'avere, insomma.”
Secondo lei le menti più semplici tendono più facilmente all'avere e quelle più agilizzate cercano l'essere, di preferenza?”
Ecco, credo che sia un po' così.”



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