Non è che noi ci sentiamo propriamente pozzi di
cultura, studiare non abbiamo mai studiato tanto, nemmeno poco, a dir la verità.
Ammettiamo altrimenti che la parolaccia e la
bestemmia ci escano fuori naturali ed improvvise, quanto incontrollabili,
Eppur ci sorprendiamo spesso ad osservare le persone
ignoranti: qui intendiamo quelle più ignoranti di noi, oppure solo in maniera
differente.
Ci viene naturale di farlo durante il normale
svolgersi della loro giornata, se e quando parallela alla nostra, a volte anche
convergente, più spesso divergente.
Nell’attraversare l’ambito della loro routine,
nello scorrere turbolento delle loro vite tanto piene di attività frenetica
quanto scarse d’idee, di direzioni, di prospettive.
Un certo saggio, tale Olaf Cacace, uomo antico in
una civiltà post-moderna, una volta ebbe a dire, a proposito dello stress del
terzo millennio: “Più si corre e meno si sa dove si sta andando”.
Ciò nonostante potremmo affermare che ci siano delle
persone che raggiungono una tale purezza di risultati, sia in quantità che in
qualità, che, per forza, devono aver avuto una grande determinazione,
continuata nei decenni, per riuscirci.
Al contrario di quanto si creda, non sono pochissime.
Abbiamo ragione di credere che ci piacerebbe provare
ad essere come loro, magari solo per poco tempo, forse per via della loro
perseveranza nel far sistematicamente finta che tutto quanto gli sarebbe utile
sapere e - magari - di conseguenza fare,
semplicemente non esiste.
La loro insistenza nell’errore distratto,
sistematico e catastrofico, ha indubbiamente un qualcosa che noi non riusciamo
a capire, ovviamente nemmeno a praticare.
Non per questo non l’ammiriamo ed aggiungiamo
persino che ambiremmo a possederne almeno una dose, ma ci viene anche il
sacrosanto dubbio che ce l’abbiamo già in noi, magari ha contaminato, da tempo
immemorabile, tutto il nostro essere e proprio per questo non ce ne rendiamo
conto.
Purtroppo, però, o per fortuna, l’ignoranza è una
delle cose più naturali che esistano, è difficile scegliere di farsene uno
stile di vita, è Lei che sceglie noi e giammai noi che scegliamo Lei.
Anzi, una volta che Lei ci ha indicato, noi - a maggior ragione - ne ignoriamo sempre di
più l’esistenza, il significato stesso della parola, l’immediata applicazione
nello spazio e nel tempo, cioè nella vita di tutti i giorni.
Chi ce l’ha non se ne vanta, non lo dice in giro,
non sa nemmeno di avercela, magari penserebbe anche di essere una personcina di
una certa levatura culturale, se e quando conoscesse questa espressione un po’
troppo raffinata, chissà, ma non si sa mai.
Fortunato è chi nasce nelle opportune condizioni,
giacché non deve fare niente, se la prende tutta per sé.
Certo che è più facile sbagliare che fare le cose
più giuste ed opportune, nelle varie e determinate occasioni, per via della
legge delle probabilità, quindi l’ignoranza è una cosa estremamente pratica.
Non c’è alcun bisogno di pensare, per assurdo,
alle conseguenze e ad altre cose inutili; se viene fatto poi qualcosa di giusto
e non di sbagliato, come si sarebbe dovuto, beh, pazienza, sarà la stessa fisica
quantistica, a lungo andare, che darà ugualmente ed immancabilmente, la ragione
a chi lo merita, anche se in questo caso cambierebbe di nome.
L’ignoranza non ha niente a che fare con la
cultura, o la sua mancanza, non è affatto il suo contrario, gente assai colta
finisce per usare il cervello peggio degli analfabeti.
Potremmo dire che è nel sangue, se non avessimo
paura o quasi certezza di essere smentiti, eppure abbiamo spesso - quanto poco
volentieri - notato gente che ha studiato molto, pur riuscendo a non imparare
niente.
Rimanerne del tutto impermeabili, proviamo solo a
pensarci, non è facile, ma è stato dimostrato, non solo che è possibile, ma che
ci si può riuscire assai bene, anche se ce ne sfugge lo scopo.
Infine, l’ignoranza è inesauribile, per quanto se
ne vada ghiotti, quella non finisce mai, anzi, a volte sembra perfino si
moltiplichi.
L’ignoranza allo stato puro si divide in: 1)invadente scarsità
di conoscenza e quindi di saggezza e 2)superflua abbondanza di prepotenza, ma secondo studiosi e sociologi, la
seconda è conseguenza della prima, citando Olaf Cacace, lo svedese trapiantato
a Napoli e il maltese di origine belga Cosimo Giraud.
Fin qui tutto abbastanza semplicistico, si dirà,
e non a torto, però è meglio darsi un’occhiata attorno, per constatare che
l’imbecille è il tipo medio, il cittadino del mondo più comune, quello più
vicino a noi, la cui faccia - a volte - s’insinua addirittura nello specchio
del bagno, a sorpresa.
Il superficiale, quello che non ha mai un
pensiero suo originale, ma propone e ripropone un’eterna rifrittura di quello
degli altri, non se ne accorge e soprattutto non gliene frega niente.
A livelli di elite, le loro congiure sono cose da
imbranati, perché far peggiorare il livello di vita della gente, per quanto dia
una sensazione vana di grande potere, non è redditizio nemmeno per loro.
In sostanza, anche un abile avvoltoio sociale,
tipo di persona sempre più numeroso, deve considerare che la carne marcia può
finire, in misura ragionevolmente certa, dopo che quella fresca si è esaurita, in
un certo periodo di tempo X, immediatamente precedente.
Se la gente non fosse così non sarebbe umana,
ebbe a dire un giorno un uomo colto in maniera ignorante, oppure secondo
alcuni: ignorante in maniera colta, si chiamava Cosimo Giraud.
Da un punto di vista un po’ più scientifico, per
spiegare la situazione attuale, i tasselli mancanti ci sembrano essenzialmente
due:
1)il Bias di Conferma
2)la Tendenza Psicopatica dell’umanità del
cosiddetto mondo occidentale.
Il Bias di Conferma è un errore che la nostra
mente compie ogni volta che ci giungono dati che confermano, oppure non
confermano, le nostre credenze.
In un caso le informazioni vengono lasciate
entrare e conservate, nell’altro, come si suol dire, esse entrano da un
orecchio ed escono dall’altro.
La nostra mente prende atto dei dati che riceve
in modo selettivo, notando e sopravvalutando le informazioni che confermano le
nostre credenze ed ignorando o sottovalutando le informazioni che le
contraddicono.
Siamo tutti soggetti a tale fenomeno, ma alcuni
di noi lo sono in misura maggiore di altri, e possono giungere, occasionalmente
o sistematicamente, a negare addirittura l’evidenza.
Ci piaccia o no, il modo in cui è strutturata la
nostra mente è quello che è, per cambiarla bisognerebbe prima capirla; ci si
sta provando da sempre.
La nostra mente burlona è pronta a tutto pur di
proteggersi da interpretazioni della realtà che essa non è pronta ad
affrontare, conservando anche contro ogni logica una visione familiare e
rassicurante della cose.
La mente umana giunge sistematicamente alle
conclusioni alle quali ha convenienza a giungere, delle altre se ne frega o le
rifiuta con tutta la sua forza.
Proprio per controbilanciare questa tendenza
cognitiva umana, il metodo scientifico richiede che noi cerchiamo di provare
false le nostre ipotesi, ma questo è ovviamente troppo faticoso e ci vuole del
tempo che noi non abbiamo più, anzi, ne abbiamo sempre meno.
Provate a guardare due persone che discutono, avete
mai conosciuto qualcuno che cerca veramente di capire la verità?
Questo biotipo di umano è rarissimo se non
impossibile a trovarsi, tutti gli altri cercano solo di dimostrare di aver
ragione e ancor di più che l’antagonista abbia spudoratamente torto, in maniera
spesso aggressiva.
Il Bias di Conferma cambia la nostra idea d’intelligenza
umana, per cui vediamo con chiarezza che troppa gente è sprovveduta, non
possiamo fare a meno di notare che più sono coglioni e più si credono brillanti.
Certo che la maggior parte di loro crede di star
facendo qualcosa di buono, alcuni anche di meraviglioso o di stupendo, almeno per se
stessi, ma in realtà fanno principalmente del male agli altri e indirettamente,
magari più a lungo termine, pure a se stessi.
Poi, alla fine, non ne ricavano nemmeno il
vantaggio che desideravano, ma non per questo ne traggono insegnamento, per un
eventuale futuro anche prossimo: no, insistono e raddoppiano la dose.
Vantaggio, questo, che se a volte ce lo hanno anche
avuto, almeno all’inizio, è evidente che poi la situazione gli è scappata di
mano e dopo si sono dimenticati anche di quello che stavano facendo, ma
continuando a farlo, ancora ed ancora.
I politici hanno fatto del Bias di Conferma una
maniera di vivere, è diventata la loro routine: negano sistematicamente ogni
evidenza a disposizione; si sa già che faranno proprio quello che, indignati,
giurano e spergiurano che mai farebbero per niente al mondo; sulla testa dei
propri figli negano di aver detto quello che hanno appena finito di dire.
Sono forse essi dei bugiardi, malintenzionati e
basta?
No, non tutti, non completamente, almeno, molti
credono di dire la più pura verità, di agire per il bene della gente, dei loro
elettori, dell’Umanità intera, in alcuni casi.
Ci risulta che l’Organizzazione Mondiale del
Commercio, le multinazionali e le banche siano fatti anche loro di persone,
cioè di terrestri simili a noi.
Eppure non sembra, da come si comportano, pare
che vivano in un altro pianeta, o forse in un’altra dimensione.
Dove vivranno i loro figli?
Che tipo di futuro si stanno scavando con le loro
stesse mani?
Oltre a questo, quotidianamente, leggiamo sui
giornali e riviste, vediamo nei telegiornali, episodi che non sono più
eccezioni, diventano sempre di più la regola.
Omicidi crudeli, assassini in serie, terroristi, pedofili, maltrattamenti ai bambini, torturatori di donne, leader
religiosi senza scrupoli, imbroglioni e professionisti sleali.
Tutti questi problemi si sono aggravati, in modo
straordinario, per causa dell’azione di psicopatici e di persone che adottano
modi psicopatici di convivere con le altre.
Se questo succede è perché la nostra società ha
fondamento in valori e pratiche che, come minimo, favoriscono maniere
psicopatiche di essere e di vivere.
In qualche modo stiamo contribuendo a promuovere
una cultura nella quale la psicopatia trova un campo assai fertile per poter
crescere.
L’ideologia sulla quale si basa la cultura dei
nostri tempi ha tre principi fondamentali:
1)individualismo
2)relativismo
3)strumentalismo
Senza entrare troppo nell’ambito della filosofia,
i tre principi possono considerati in questa maniera:
1)L’individualismo predica la ricerca del miglior
tipo di vita di cui poter usufruire. S’intende il miglior tipo di vita quello
che include l’auto-sviluppo, la auto-realizzazione e l’auto-soddisfazione. In
sostanza: gli altri che si fottano. In questo ordine di idee l’individuo ha
l’obbligo morale di procurarsi la sua felicità a svantaggio di qualsiasi altro
obbligo con gli altri.
2)Secondo il relativismo tutte le scelte sono
ugualmente importanti, poiché non esiste un modello di valore obbiettivo che ci
permetta di stabilire una qualsiasi gerarchia delle maniere di comportarsi.
Così qualunque azione che porta l’individuo a raggiungere auto-soddisfazione è
valida e non può essere questionata.
La dottrina dei relativisti è molto
seducente: non esistono verità, ogni ideale si equivale, ognuno ha il
diritto di seguirlo senza alcun vincolo.
La tesi per cui unica bussola dell'agire
umano dovrebbe essere "fa'
ciò che desideri", senza nessuna riflessione seria sul bene oggettivo
della persona, né del suo immediato prossimo, è una tesi
che sembra salvaguardare la libertà individuale, ma agisce anche e
soprattutto al contrario, perché invade la sfera personale altrui, balla allegramente
la rumba sui piedi del suo prossimo.
3)Lo strumentalismo afferma che il valore di
qualsiasi cosa fuori da noi è solo un valore strumentale, ossia il valore delle
persone e delle cose si riassume in quello che loro possono fare per noi.
L’espansione della cultura moderna, piena di
tratti psicopatici, ha modificato in maniera drastica le nostre relazioni
familiari e sociali.
Stiamo perdendo il senso di responsabilità comune
nel campo sociale e di vincolo significativo nelle relazioni interpersonali.
L’aumento implacabile della violenza è una risposta logica e prevedibile a
tutta questa situazione.
Se prima dichiaravamo che una buona dose di tale
ignoranza ci piacerebbe sperimentarla, era per capire meglio come funziona, per
riuscire, finalmente a dare una risposta valida alla seguente questione: ma come
cazzo abbiamo fatto a ridurci così?
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