sabato 28 dicembre 2013

LA CONFERMA DI UNA TENDENZA

Non è che noi ci sentiamo propriamente pozzi di cultura, studiare non abbiamo mai studiato tanto, nemmeno poco, a dir la verità.
Ammettiamo altrimenti che la parolaccia e la bestemmia ci escano fuori naturali ed improvvise, quanto incontrollabili,
Eppur ci sorprendiamo spesso ad osservare le persone ignoranti: qui intendiamo quelle più ignoranti di noi, oppure solo in maniera differente.
Ci viene naturale di farlo durante il normale svolgersi della loro giornata, se e quando parallela alla nostra, a volte anche convergente, più spesso divergente.
Nell’attraversare l’ambito della loro routine, nello scorrere turbolento delle loro vite tanto piene di attività frenetica quanto scarse d’idee, di direzioni, di prospettive.

Un certo saggio, tale Olaf Cacace, uomo antico in una civiltà post-moderna, una volta ebbe a dire, a proposito dello stress del terzo millennio: “Più si corre e meno si sa dove si sta andando”.
Ciò nonostante potremmo affermare che ci siano delle persone che raggiungono una tale purezza di risultati, sia in quantità che in qualità, che, per forza, devono aver avuto una grande determinazione, continuata nei decenni, per riuscirci.
Al contrario di quanto si creda, non sono pochissime.
Abbiamo ragione di credere che ci piacerebbe provare ad essere come loro, magari solo per poco tempo, forse per via della loro perseveranza nel far sistematicamente finta che tutto quanto gli sarebbe utile sapere e - magari - di conseguenza  fare, semplicemente non esiste.
La loro insistenza nell’errore distratto, sistematico e catastrofico, ha indubbiamente un qualcosa che noi non riusciamo a capire, ovviamente nemmeno a praticare.
Non per questo non l’ammiriamo ed aggiungiamo persino che ambiremmo a possederne almeno una dose, ma ci viene anche il sacrosanto dubbio che ce l’abbiamo già in noi, magari ha contaminato, da tempo immemorabile, tutto il nostro essere e proprio per questo non ce ne rendiamo conto.
Purtroppo, però, o per fortuna, l’ignoranza è una delle cose più naturali che esistano, è difficile scegliere di farsene uno stile di vita, è Lei che sceglie noi e giammai noi che scegliamo Lei.
Anzi, una volta che Lei ci ha indicato, noi  - a maggior ragione - ne ignoriamo sempre di più l’esistenza, il significato stesso della parola, l’immediata applicazione nello spazio e nel tempo, cioè nella vita di tutti i giorni.
Chi ce l’ha non se ne vanta, non lo dice in giro, non sa nemmeno di avercela, magari penserebbe anche di essere una personcina di una certa levatura culturale, se e quando conoscesse questa espressione un po’ troppo raffinata, chissà, ma non si sa mai.
Fortunato è chi nasce nelle opportune condizioni, giacché non deve fare niente, se la prende tutta per sé.
Certo che è più facile sbagliare che fare le cose più giuste ed opportune, nelle varie e determinate occasioni, per via della legge delle probabilità, quindi l’ignoranza è una cosa estremamente pratica.
Non c’è alcun bisogno di pensare, per assurdo, alle conseguenze e ad altre cose inutili; se viene fatto poi qualcosa di giusto e non di sbagliato, come si sarebbe dovuto, beh, pazienza, sarà la stessa fisica quantistica, a lungo andare, che darà ugualmente ed immancabilmente, la ragione a chi lo merita, anche se in questo caso cambierebbe di nome.
L’ignoranza non ha niente a che fare con la cultura, o la sua mancanza, non è affatto il suo contrario, gente assai colta finisce per usare il cervello peggio degli analfabeti.
Potremmo dire che è nel sangue, se non avessimo paura o quasi certezza di essere smentiti, eppure abbiamo spesso - quanto poco volentieri - notato gente che ha studiato molto, pur riuscendo a non imparare niente.
Rimanerne del tutto impermeabili, proviamo solo a pensarci, non è facile, ma è stato dimostrato, non solo che è possibile, ma che ci si può riuscire assai bene, anche se ce ne sfugge lo scopo.
Infine, l’ignoranza è inesauribile, per quanto se ne vada ghiotti, quella non finisce mai, anzi, a volte sembra perfino si moltiplichi.
L’ignoranza allo stato puro si divide in: 1)invadente scarsità di conoscenza e quindi di saggezza e 2)superflua abbondanza di prepotenza, ma secondo studiosi e sociologi, la seconda è conseguenza della prima, citando Olaf Cacace, lo svedese trapiantato a Napoli e il maltese di origine belga Cosimo Giraud. 
Fin qui tutto abbastanza semplicistico, si dirà, e non a torto, però è meglio darsi un’occhiata attorno, per constatare che l’imbecille è il tipo medio, il cittadino del mondo più comune, quello più vicino a noi, la cui faccia - a volte - s’insinua addirittura nello specchio del bagno, a sorpresa.
Il superficiale, quello che non ha mai un pensiero suo originale, ma propone e ripropone un’eterna rifrittura di quello degli altri, non se ne accorge e soprattutto non gliene frega niente.
A livelli di elite, le loro congiure sono cose da imbranati, perché far peggiorare il livello di vita della gente, per quanto dia una sensazione vana di grande potere, non è redditizio nemmeno per loro.
In sostanza, anche un abile avvoltoio sociale, tipo di persona sempre più numeroso, deve considerare che la carne marcia può finire, in misura ragionevolmente certa, dopo che quella fresca si è esaurita, in un certo periodo di tempo X, immediatamente precedente.
Se la gente non fosse così non sarebbe umana, ebbe a dire un giorno un uomo colto in maniera ignorante, oppure secondo alcuni: ignorante in maniera colta, si chiamava Cosimo Giraud.
Da un punto di vista un po’ più scientifico, per spiegare la situazione attuale, i tasselli mancanti ci sembrano essenzialmente due:
1)il Bias di Conferma
2)la Tendenza Psicopatica dell’umanità del cosiddetto mondo occidentale.
Il Bias di Conferma è un errore che la nostra mente compie ogni volta che ci giungono dati che confermano, oppure non confermano, le nostre credenze.
In un caso le informazioni vengono lasciate entrare e conservate, nell’altro, come si suol dire, esse entrano da un orecchio ed escono dall’altro.
La nostra mente prende atto dei dati che riceve in modo selettivo, notando e sopravvalutando le informazioni che confermano le nostre credenze ed ignorando o sottovalutando le informazioni che le contraddicono.
Siamo tutti soggetti a tale fenomeno, ma alcuni di noi lo sono in misura maggiore di altri, e possono giungere, occasionalmente o sistematicamente, a negare addirittura l’evidenza.
Ci piaccia o no, il modo in cui è strutturata la nostra mente è quello che è, per cambiarla bisognerebbe prima capirla; ci si sta provando da sempre.
La nostra mente burlona è pronta a tutto pur di proteggersi da interpretazioni della realtà che essa non è pronta ad affrontare, conservando anche contro ogni logica una visione familiare e rassicurante della cose.
La mente umana giunge sistematicamente alle conclusioni alle quali ha convenienza a giungere, delle altre se ne frega o le rifiuta con tutta la sua forza.
Proprio per controbilanciare questa tendenza cognitiva umana, il metodo scientifico richiede che noi cerchiamo di provare false le nostre ipotesi, ma questo è ovviamente troppo faticoso e ci vuole del tempo che noi non abbiamo più, anzi, ne abbiamo sempre meno.
Provate a guardare due persone che discutono, avete mai conosciuto qualcuno che cerca veramente di capire la verità?
Questo biotipo di umano è rarissimo se non impossibile a trovarsi, tutti gli altri cercano solo di dimostrare di aver ragione e ancor di più che l’antagonista abbia spudoratamente torto, in maniera spesso aggressiva.
Il Bias di Conferma cambia la nostra idea d’intelligenza umana, per cui vediamo con chiarezza che troppa gente è sprovveduta, non possiamo fare a meno di notare che più sono coglioni e più si credono brillanti.
Certo che la maggior parte di loro crede di star facendo qualcosa di buono, alcuni anche di meraviglioso o di stupendo, almeno per se stessi, ma in realtà fanno principalmente del male agli altri e indirettamente, magari più a lungo termine, pure a se stessi.
Poi, alla fine, non ne ricavano nemmeno il vantaggio che desideravano, ma non per questo ne traggono insegnamento, per un eventuale futuro anche prossimo: no, insistono e raddoppiano la dose.
Vantaggio, questo, che se a volte ce lo hanno anche avuto, almeno all’inizio, è evidente che poi la situazione gli è scappata di mano e dopo si sono dimenticati anche di quello che stavano facendo, ma continuando a farlo, ancora ed ancora.
I politici hanno fatto del Bias di Conferma una maniera di vivere, è diventata la loro routine: negano sistematicamente ogni evidenza a disposizione; si sa già che faranno proprio quello che, indignati, giurano e spergiurano che mai farebbero per niente al mondo; sulla testa dei propri figli negano di aver detto quello che hanno appena finito di dire.
Sono forse essi dei bugiardi, malintenzionati e basta?
No, non tutti, non completamente, almeno, molti credono di dire la più pura verità, di agire per il bene della gente, dei loro elettori, dell’Umanità intera, in alcuni casi.
Ci risulta che l’Organizzazione Mondiale del Commercio, le multinazionali e le banche siano fatti anche loro di persone, cioè di terrestri simili a noi.
Eppure non sembra, da come si comportano, pare che vivano in un altro pianeta, o forse in un’altra dimensione.
Dove vivranno i loro figli?
Che tipo di futuro si stanno scavando con le loro stesse mani?
Oltre a questo, quotidianamente, leggiamo sui giornali e riviste, vediamo nei telegiornali, episodi che non sono più eccezioni, diventano sempre di più la regola.
Omicidi crudeli, assassini in serie, terroristi, pedofili, maltrattamenti ai bambini, torturatori di donne, leader religiosi senza scrupoli, imbroglioni e professionisti sleali.
Tutti questi problemi si sono aggravati, in modo straordinario, per causa dell’azione di psicopatici e di persone che adottano modi psicopatici di convivere con le altre.
Se questo succede è perché la nostra società ha fondamento in valori e pratiche che, come minimo, favoriscono maniere psicopatiche di essere e di vivere.
In qualche modo stiamo contribuendo a promuovere una cultura nella quale la psicopatia trova un campo assai fertile per poter crescere.
L’ideologia sulla quale si basa la cultura dei nostri tempi ha tre principi fondamentali:
1)individualismo
2)relativismo
3)strumentalismo
Senza entrare troppo nell’ambito della filosofia, i tre principi possono considerati in questa maniera:
1)L’individualismo predica la ricerca del miglior tipo di vita di cui poter usufruire. S’intende il miglior tipo di vita quello che include l’auto-sviluppo, la auto-realizzazione e l’auto-soddisfazione. In sostanza: gli altri che si fottano. In questo ordine di idee l’individuo ha l’obbligo morale di procurarsi la sua felicità a svantaggio di qualsiasi altro obbligo con gli altri.
2)Secondo il relativismo tutte le scelte sono ugualmente importanti, poiché non esiste un modello di valore obbiettivo che ci permetta di stabilire una qualsiasi gerarchia delle maniere di comportarsi. Così qualunque azione che porta l’individuo a raggiungere auto-soddisfazione è valida e non può essere questionata.
La dottrina dei relativisti è molto seducente: non esistono verità, ogni ideale si equivale, ognuno ha il diritto di seguirlo senza alcun vincolo.
La tesi per cui unica bussola dell'agire umano dovrebbe essere "fa' ciò che desideri", senza nessuna riflessione seria sul bene oggettivo della persona, né del suo immediato prossimo, è una tesi che sembra salvaguardare la libertà individuale, ma agisce anche e soprattutto al contrario, perché invade la sfera personale altrui, balla allegramente la rumba sui piedi del suo prossimo.
3)Lo strumentalismo afferma che il valore di qualsiasi cosa fuori da noi è solo un valore strumentale, ossia il valore delle persone e delle cose si riassume in quello che loro possono fare per noi.
L’espansione della cultura moderna, piena di tratti psicopatici, ha modificato in maniera drastica le nostre relazioni familiari e sociali.
Stiamo perdendo il senso di responsabilità comune nel campo sociale e di vincolo significativo nelle relazioni interpersonali. L’aumento implacabile della violenza è una risposta logica e prevedibile a tutta questa situazione.
Se prima dichiaravamo che una buona dose di tale ignoranza ci piacerebbe sperimentarla, era per capire meglio come funziona, per riuscire, finalmente a dare una risposta valida alla seguente questione: ma come cazzo abbiamo fatto a ridurci così?





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