Era di nuovo primavera quando aprì la sua piccola videoteca, “La scala a chiocciola”, dal famoso giallo di Robert Siodmak.
Per salire sul soppalco, dove aveva disposto i film più antichi, c’era una scaletta di quel tipo, di ferro battuto.
Esistevano già tante e grandi videoteche a Roma, ma la sua era piccola e speciale, se non altro perché Martina conosceva personalmente i suoi film.
Per le altre il mercato era l'unico, inevitabile e logico tipo di riferimento in giro.
Lei invece comprava, dopo averli visti, solo i DVD che le piacevano.
C’è gente che ha bisogno di consigli, c’è chi li ascolta di rado, altri ancora che si offendono se qualcuno gli suggerisce cosa scegliere.
I suoi clienti vedevano la pellicola in anteprima sulla sua faccia, guidati dalle sue parole.
Dopo un po’, però, non li conosceva più tutti di persona, i suoi film.
Se li era divisi colla commessa che nel frattempo aveva dovuto assumere.
Gli affari andavano bene, quella che invece non esisteva proprio era la sua vita privata.
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