mercoledì 7 novembre 2007

FRANCA SCOGNEO



"Come si può parlare di democrazia se il cittadino non ha nemmeno l'opportunità di sapere cosa succede attorno a lui, in provincia, nella regione, nella nazione, nel mondo?
L'informazione è il primo passo per un qualsiasi tipo di conseguente comportamento, se io non so cosa accade, la mia idea a proposito affonda in una palude di merda torbida, come spesso è la merda, marrone, non è per niente trasparente."

"Nicola non dire parolacce, ci sono i bambini!" Consiglia sua moglie con voce paziente.
"Lo vedi?!! L'informazione non permette nemmeno a mia moglie Franca, donna intelligente e pure socialmente impegnata, di sapere che a scuola, all'asilo, in piazza, per strada, nei luoghi di ritrovo in generale, insomma dove cazzo vuoi tu: le parolacce sono il vocabolario di routine, il turpiloquio, (che tanto voi non sapete nemmeno cos'è, perché siete ignoranti come capre,) è la maniera di esprimersi dei giovani soprattutto, ma non solo...
Comunque, tornando a noi, stavo dicendo che la mia eventuale base di partenza, per una qualsiasi reazione ad una qualunque azione, è irrimediabilmente sbagliata, fuori luogo, inadeguata e disastrosamente inefficace, se l'informazione è sbagliata, falsa, tendenziosa, ipocrita, se nascondono di proposito o per incompetenza, i veri fatti al cittadino."
Nicola si guarda intorno, di tutta quell'assemblea di persone, pare che pochissimi l'abbiano capito, ma certo un'ulteriore percentuale deve esserne stornata: meno ancora lo stavano ad ascoltare.
È una riunione di famiglia, per un funerale di un cugino, in Basilicata si usa che ci si trova a casa della famiglia  nella  quale il morto viveva.
Ci sono tutti quelli da parte di sua moglie e i suoi parenti, non solo di cognome Scogneo.
La maggior parte se ne frega di questi problemi della libertà personale, forse anche perché non sa che cos'è.
Quando parlano di 'quelle cose', pare che siano di un altro pianeta.
Suo cognato Giuseppe, lui non sa se intende e non concorda di conseguenza, o se invece non capisce e invece di cercare di comprendere discorda per abitudine, per polemica insita nel suo carattere tipicamente e modernamente  italiano:
"Allora tu vuoi dire che negli Stati Uniti non c'è libertà? E allora nei Paesi Arabi? Nell'Affeganistàn? Quelli sono i paesi liberi per te?"
"Ma non dire coglionate, Giusè, scusami tanto, ma che c'entrano i Paesi Arabi con gli Stati Uniti e la libertà, tra di loro non si sono mai visti!!
Io ti ho già detto cento volte, oggi stesso, forse un milione in tutto, che da nessuna parte c'è libertà effettiva, perché prima di tutto non c'è libertà d'informazione, che la differenza tra gli arabi e gli Usa è che gli americani fingono di essere democratici e nei paesi arabi invece non fingono, è dura dittatura religiosa e se sbagli non è lo stato che ti taglia il braccio, ma Maometto in persona.
Questo solo metaforicamente, è  chiaro, ma il braccio poi, non c'è più davvero.
Ora il modello che dovremo usare noi non sono né gli arabi né gli Stati Uniti, che sono tutti testacce di cazzo, fanatici, in un modo o nell'altro, ma forse il Canada, la Norvegia, la Danimarca, la Finlandia, in questo aspetto anche la Svizzera e l'Austria, quegli stati in cui, in buona sostanza, ci si fanno i cazzi nostri, non è questione né di destra né di sinistra, la questione fondamentale non è più la polemica di partito, contare i morti di Stalin e contrapporli a quelli di Hitler.
In buona sostanza, questi paesi sono quelli dei quali non si parla mai nel telegiornale, perché sarà che non si parla mai di questi benedetti paesi?
Perché non c'è niente da dire.
Perché non credono di dover dimostrare niente a nessuno.
Perché là si bada al sodo e non si fa la guerra agli altri, economicamente e burocraticamente sono essenziali e funzionano troppo bene, lasciatemelo dire, perché la gente ci vive bene, nel senso che almeno ha l'occasione di viverci bene, perché la distribuzione dei capitali è più equa, non ci sono fratture sociali significative,  non è questo ciò che conta, mi, ti e vi chiedo?"
Gli sguardi attorno sono annoiati e persi.
"Ma nei paesi del nord mi risulta che si suicidino spesso e volentieri, tu che ne dici, ti pare che sia la maniera giusta di vivere, quella di morire? Ammazzandosi?"
Tutti ridono, Nicola sorride ironicamente, con distacco, gli occhi però gli scintillano.
"No, ma quella è la mancanza di problemi che porta ad altri problemi, non t'illudere, noi in Italia  siamo un controsenso, ci si suicida anche qui sai, ma non perché non abbiamo problemi, noi ne abbiamo troppi.
Loro invece hanno quasi tutto, dobbiamo capirli, poverini:  si ritrovano con lo stato che funziona davvero, la famiglia che ha soldi d'avanzo, c'è lavoro per tutti, poca gente per un territorio grande, case e assistenza sanitaria  a disposizione; non è logico ed inevitabile che si chiedano anche troppo, in maniera esageratamente insistita e pure ossessiva, qual'è il cazzo di senso della vita?"
Giuseppe non sa che dire, non riesce ad immaginare uno stato che funziona e ancora meno i problemi che possono derivare dal troppo benessere.
Scuote la testa disapprovando gli scandinavi e tutti gli stati poco sensazionalisti,  lateralmente,  insieme a loro, indirettamente anche Nicola, che lui, però, dal suo lato progressista, ama fare del buon teatro contemporaneo.
Gli altri conversano rumorosamente tra di loro, sono in sala da pranzo di casa Laerte Buttosca, cugino di sua moglie, il morto era suo padre Ulisse, ci sono una ventina di persone.
Nicola si guarda attorno come per incitare quella folla alla discussione, o almeno una parte, qualcuno trai tanti indifferenti... ma la maggior parte se ne frega, non si poteva aspettare niente di diverso, oltrettutto  l'occasione è la meno propizia, 'ma sennò questi non s'incontrano mai...'
"Ultimamente Bush ha detto che loro combattono la battaglia del bene contro il male - continua Nicola - e ha sottinteso che Dio in persona gli ha telefonato per dirgli che li ha scelti, trai tanti, per fare questo lavoro sporco, ma che qualcuno lo deve pur fare, più o meno come Berlusconi, quando il Milan è andato a Livorno e fortunatamente il Male ha vinto 1 a 0 contro il Bene.
E allora cominciano ad assomigliarsi, dico io, ora la Russia si è ritirata a vita privata e ci sono gli arabi, c'è sempre bisogno di un nemico, sennò come si fa a fare la guerra?
Solo che i maomettani sono dei pazzoidi e ci credono davvero alla guerra religiosa, invece Bush, per quanto appartenga ad una specie poco progredita di scimmia moderna, (infatti è pure scarsamente pelosa,) è rappresentante di gente che crede solo ai soldi, se lui è convinto veramente che Dio lo abbia messo a capo del mondo, è un idiota, pazienza, però i disgraziati siamo noi, tutti gli altri e buona parte anche degli americani che si rendono conto... ma queste ultime non sarebbero certo novità, non vi pare? "
"Ma allora - riprende Giuseppe, che ha trovato un appiglio laterale - secondo te, metterebbero un idiota a capo della nazione più potente del mondo? Non è troppo pericoloso anche per loro stessi e per la loro stessa economia?"
"Eh no, Giusè; eh no, Giusè: sarebbe pericoloso se fosse un idiota qualsiasi, ma è un idiota che ha le mani in pasta, storicamente, per via della sua famiglia, prima di tutto Bush è uno dell'industria petrolifera del Texas, da solo come uomo d'affari ha fatto solo macelli dei capitali di suo padre, e di altra gente che ha avuto la sventurata idea di prestarglieli, tra cui la stessa famiglia di Bin Laden.
È una mente semplice, sì e proprio perché è semplice, è ideale per essere riprogrammata per eseguire i piani di guerra alla lettera, esattamente come gli comandano dalla congrega segreta ma non troppo, capito o no?"
"Ma tu Nicola, scusami proprio, tu vedi il mondo come una totale e avvolgente  cospirazione..."
"E tu Giusè, scusami anche tu, se puoi, vedi il mondo come una partita a carte tra amici al bar. Beh, è un po' più complicato, invece, ed hai età sufficiente per cominciare a renderterne conto..."
"Ma così tu mi stai offendendo..."
"No, non ti sto offendendo io, è la tua ignoranza che lo fa continuamente e mentre lo fa, ridendo e scherzando, offende anche me e la mia intelligenza.
Giusè, ma tu ti rendi conto di quante fesserie dici e pensi, di quante cretinate  ti fidi di dire agli altri senza neppur minimamente filtrarle?
E pensaci un poco, prima di sputarle fuori, no? "

"Finisce sempre così, quando quei due s'incontrano - racconta la moglie ad un'amica , dal parrucchiere  - alla fine li hanno divisi che si stavano quasi menando."
La signora Aurelia Paparesta, amica di Franca Scogneo, è un po' snob, d'accordo, però colta e interessata a tante cose della vita, ha un certo senso dell'umorismo, sa perfino ascoltare in silenzio quando qualcuno le parla, cosa rara in quell'ambiente e certo pure in altri.
E poi ha tanto tempo per chiacchierare, a volte se ne stanno ore ed ore, loro due sole, attraversando mari di argomenti diversi.
"Nicola ha un carattere  forte, deciso, si rende conto spesso, anche se non volentieri, che ha a che fare con degli incompetenti, a volte con dei disonesti, queste due cose lo fanno specialmente andare in bestia, ma peggio ancora e sempre più spesso succede, con gente che unisce in una sola persona queste due virtù principali 'che fanno di un uomo un bluff'.
Nicola è un uomo anche troppo consistente, per cui l'inconsistenza, la superficialità, la scarsa onestà con se stessi e di conseguenza con gli altri, lo fanno uscire pazzo."

La scoperta del petrolio in territorio Lucano ha fatto sviluppare il commercio e l'economia in maniera rapida,  la famiglia Scogneo vive alla periferia di Potenza, il capoluogo, i figli di Nicola e Franca sono già grandi, Luigino va all'università e non ha molta fretta di finire la sua facoltà di giornalismo, a Bari; la figlia, Annetta, che è la più grande, è sposata con il deputato di destra Amalfitano Uderzi ed è veterinaria, vive a Caserta.

Le signore Scogneo e Paparesta s'incontrano a volte con altre amiche per parlare e passeggiare nel parco, il loro gruppo ha anche in comune, oltre al fatto d'impegnarsi socialmente per la città, offrendo volontariato  e disponibilità varie di servizio, di avere tutte adottato bambini africani e/o brasiliani a distanza.
Parlano di tutto e di tutti, di politica e di società spicciole e lucane, ma i loro mariti sono la base friabile e franosa da cui partono per altri argomenti.
Le signore si lamentano costantemente della categoria dei mariti.
Sono una risma di gente che parla poco o troppo, dipende dai casi, ma sempre, quando discorrono, lo fanno a sproposito.
Guadagnano lo stretto necessario per non morire di fame, ma, se hanno denaro ne hanno tanto o troppo, di conseguenza non degnano di attenzione la famiglia.
In più hanno passatempi idioti e salute scarsa, non godono, naturalmente,  della stima dei vicini e dei figli e così via in ordine d'importanza.

 La signora Paparesta invece è vedova e allora qualche volta si lamenta per quello, altre volte dice che sta troppo bene; ma tutte le altre, ad eccezione di Franca, le dicono che ha fortuna ad avere soldi e libertà, che loro ci si scambierebbero volentieri, sono pronte a farlo in qualsiasi momento, se lei ci ripensasse.
L'unica orgogliosa della sua famiglia e di suo marito è la signora Scogneo, quando ne parla si attira contro invidie e frasi punzecchianti, ma  non per questo rinuncia a parlare, perché ha capito che gli altri sono il suo specchio, e vuole vedercisi di continuo, magari anche a costo di scoprire rughe e macchiette  metaforiche  sulla  sua pelle.


"Che fenomeno di energia sfavillante, non sembra nemmeno un uomo vero, di quelli di carne ed ossa - dice la signora Sguanzino - pensi che mio marito, che ha molta più carne che ossa, invece, dorme il sonno del giusto da anni... e ingiustamente, dico io, perché ha sempre lavorato poco e guadagnato anche meno, quando sta sveglio non parla quasi mai e se tento di fare qualche commento , lui schiocca la lingua, sospira o alza gli occhi al cielo  e poi guarda da un altra parte... se c'è qualcosa alla televisione non vuol sentire volare una mosca e appena tutto è iniziato, come per esempio quel gioco a quiz di Amadeus , dopo cena, che dice che gli piace tanto, si mette sulla poltrona e inizia a russare come un elicottero... non credo che ne abbia mai vista una puntata intera... non è incredibbile?"
"Non tanto" afferma la signora Vicchiò"Anche mio marito è un assente a tempo pieno, il lavoro lo stressa tanto che quando arriva a casa si sente in diritto di starsene colla testa in giro per il mondo e mi risponde a monosillabi, nel migliore dei casi. Sempre quelli sbagliati, poi, che quando deve dire di no dice di sì e viceversa..."
"Ma allora, signora Scogneo, non ha proprio difetti questo sant'uomo di suo marito?" Chiede la signora Pantone, con quel suo famoso sguardo inquisitore e sorridente.
"Beh, certo, di difetti ne ha anche lui, ma forse sono io che mi sono abituata,  forse-forse uno è che non ha tempo per stare con me, per fare qualcosa nel fine-settimana, come uscire o andare a fare un giro al mare. Io mi sono conformata a quella sua voglia di stare attaccato alla realtà  ventiquattr'ore su ventiquattro... che vi devo dire? Signore mie, ha un carattere  difficile, non ci provo nemmeno a tentare di cambiarlo."

Quando si trovano da sole la conversazione è diversa,  la Scogneo e la Paparesta, sono le persone più colte e curiose in maniera interattiva e se hanno occasione entrano nel merito delle singole situazioni, senza scadere nella puntigliosità irritante di alcune delle loro amiche, che più che altro vogliono spettegolare.
La Paparesta, essendo vedova e ricca, dice che il marito è proprio una robaccia inutile, ma pensa il contrario, si è convinta Franca, ascoltando non solo le parole ma i sospiri e le frasi malinconiche  nascoste tra le righe.
La Paparesta però, pensa anche che l'altra non le sta raccontando tutto, da un po' le chiede informazioni più mirate e nel frattempo, parlando e scherzando, chiacchiera  e confidati, le due stanno diventando più amiche e si confessano anche un po' di più .
"Si figuri che l'altro giorno l'ho sentito parlare con un amico, l'avvocato Egidio Del Pane, del pianerottolo di sotto, parlavano di Berlusconi, tanto per cambiare, che a mio marito Nicola gli fa schifo tanto e di più, da essere il suo argomento preferito, signora mia cara... e diceva una serie di cose che io stessa condivido, ne abbiamo parlato tante volte, davanti alla televisione, prima che si addormentasse..."
"E che dicevano, e che dicevano?"
"Erano sul terrazzetto Del Pane; lei deve sapere che l'avvocato è un po' sordo e mio marito è un mezzo prepotente. Lui attaccava e l'altro era più accomodante, indeciso, allora Nicola gridava, all'avvocato e a tutto il quartiere  Roccetta  Muschiosa:"
"Berlusconi non è un problema, nel senso che lì ce l'abbiamo messo noi, pezzi di'mmerda che non siamo altro, per non dire di peggio... ecco: la nostra arroganza, la nostra ignoranza e lo stato delle cose raggiunte hanno fatto per noi i passi che noi stessi non riuscivamo a fare in altre direzioni!"
"E non t'arrabbiare Nicola, io credevo che tu fossi di sinistra..."
"Non sono più né di sinistra né di destra, vabbè, sono stato di sinistra, se lo vuoi sapere, ma non lo sono più, certo che votare voto a sinistra, ma non certo per stima, solo perché calcolo che è il guaio minore, il che non significa che sia piccolo!
E poi, guarda, qui non si tratta nemmeno più né di destra né di sinistra, ma solo di buon senso, si tratta di capire che uno come lui non può essere onesto, basta conoscere un poco la vita, che solo a vederlo in un'intervista dovrebbe far capire alle poche persone di buonsenso che fa gli interessi suoi e non di un paese, che siamo una manica di coglioni, tutti, mi ci metto anch'io, che ho fatto fatica a capire la nostra tragedia ... ma se non facciamo presto a prendere contromisure, ce lo troviamo di nuovo a capo del governo e questa volta, con l'incompetenza delle nostre disgraziate sinistre, ci resterà fin che vuole, a far nuove leggi per scappare dai processi e a spendere i nostri soldi per difendersi e di conseguenza per arricchirsi di più, la vuoi capire o no?"
"Tu pensi che potrebbe farcela a risorgere dalle sue ceneri?"
"Come sei poetico Egidio... ma certo che può risorgere, che domanda ignobile, le sue ceneri puzzolenti sono ancora calde e la sinistra fa di tutto per favorirlo, guarda che alle ultime elezioni, non ha vinto solo perché all'estero c'è gente che non sa niente di quello che succede qua, emigrati che però si vergognano di quello che lui dice, delle sue famose gaffes che fanno il giro del mondo e s'inimicano tutti, a nome nostro, a nome di tutta l'Italia... e lo può fare perché l'Italia, bene o male l'ha votato e lo rivoterà pure, se non si trova un'alternativa valida e pure alla svelta..."
"Allora tu che cosa proporresti?"
"Io, non propongo  niente, avvocato mio Del Pane, non sta a me farlo, a parte il votare contro e non guardare la televisione, per nessun motivo, e cercare di far capire a chi lo vota che ci stiamo tirando la zappa sui piedi..."

"Insomma, tutta una tiritera di questo genere, il punto di vista di mio marito lo conosco bene..."
"Sono discorsi che sento sempre anch'io, di qua e di là, ma mi pare che non si cavi un ragno dal buco..."
"No, pare anche a me e poi quello, il Berlusca, è un ragnone pelosissimo e traditore, conveniamone, fa votare contro e non si accontenta: dice pure che sono ridicoli addirittura i progetti lanciati da lui stesso, quando era primo ministro, se e quando la sinistra li prosegue nel governo attuale... ma quello che volevo raccontarle  è che il suo punto di vista, di Nicola, quello varia a seconda di chi si trova davanti..."
"Come?"
"Sì, oggi invece, essendo giovedì , come sempre, me lo sono andato a trovare sul lavoro per portargli qualcosa di più sano da mangiare e trovare il tempo per stare un poco insieme.
Quando sono arrivata mi ha fermato con la sua manona per aria e io mi sono stata zitta... stava parlando col suo ragioniere Gesualdo Sanfilippo, che è un comunista sfegatato, sa signora Paparesta... e allora il suo punto di vista era leggermente differente, guarda caso, ma era un punto di vista nuovo, interessante, secondo me.
Il ragioniere attaccava con coraggio, gli faceva delle domande pepate e lui contrattaccava, con pure un pochetto di peperoncino calabrese, ma in maniera diversa dall'altro giorno, cioè dal dialogo che le ho appena raccontato, perché  il ragioniere all'inizio diceva:"

"Caro Nicola, io te lo dico con la mano sul cuore, mi devi credere: se avessi un bottone che potesse sopprimere all'istante il nostro amato cavaliere, non esiterei un istante, lo schiaccerei subito..."
"E che cosa risolveresti, non sarebbe la stessa cosa?"
"Ma come? Ma se lo dicevi anche tu che non lo sopporti e che lo dobbiamo togliere di mezzo prima che sia troppo tardi..."
"Sì, lo dicevo, ma dopo ho anche pensato che in fondo lui sta tentando, naturalmente senza volerlo, di farci capire, attraverso la sua immagine di ricco svergognato e ignorante, di mostrarci quale è la nostra tendenza, perché se lo abbiamo messo là, significa che sta seguendo i desideri di tanta gente, di tanti manager che pensano solo a far soldi, di tanta gente arrogante che si sente ben rappresentata da lui, di tante persone, insomma, che credono in quello che lui dice, anche se non dice niente di suo, non solo perché lo dice lui, ma perché è quello che il mondo dice, cioè di fregarsene degli altri e di fare il proprio tornaconto, sempre e comunque.
Se accendi la televisione quello è il messaggio, Gesuà, abbiamo almeno il coraggio di guardarci in faccia.
E lui, poi, tutta l'arroganza che ci fa vedere ogni giorno davanti a una telecamera, sorridendo a piena dentatura, è un esempio che noi dovremmo seguire, ti dico io, ma al contrario.
Invece la gente lo interpreta male perché è ignorante, Berlusconi, in fondo ci vuol far vedere dove porta la fine di questa strada, ma nessuno lo capisce..."
"Scusami Nicola, ma ora sono io che non capisco, allora tu che cosa faresti, che cosa dovrebbe fare la nostra disgraziata sinistra?"
"La sinistra, se non fosse rincoglionita, dovrebbe trovare un'alternativa valida, non limitarsi a dire che il cavaliere è un buffone..."
"E quale sarebbe questa alternativa, tu lo sai o no?"
"Sarebbe cercare progetti validi e efficaci..."
"E quali potrebbero essere 'sti progetti? Tanto per fare degli esempi solidi?"
"E che ne so io? Sono troppo lontano da un'ottica di progetti e cose, le vedo col cannocchiale le opzioni, da qui, l'Italia non la capisco più, le notizie che mi arrivano sono frammentarie e controverse, la democrazia si dovrebbe vedere prima di tutto dalla stampa, invece no, quello che ci vogliono far credere e quello che è, nella maggior parte dei casi, sono due cose separate, solo che la seconda poi la veniamo a sapere quando è troppo tardi.
La verità è una via di mezzo fluttuante tra governo e opposizione, due tendenze che mentono, che badano più a eleggersi che ai fatti e alle loro inevitabili conseguenze.
Solo che se non li sai, i fatti, non sai come agire.
Tu ci capisci qualcosa in questo garbuglio di tendenze e controtendenze?"
"In che senso, Nicò?"
"Nel senso che ormai siamo tutti contro tutti, il bene del paese è passato in ultima posizione, prima c'è la polemica personale, poi le prese di posizione storiche, la lotta di classe, il bisogno di dimostrare qualcosa che non si è mai saputo e non si sa più nemmeno a chi... ma, dico io, non si vive così anche tra di noi, piccoli cittadini, sempre volendo mostrare qualcosa che nemmeno sappiamo, ma che dobbiamo lo stesso e comunque mettere davanti alle altre cose?"
"Tipo che cosa, scusa?"
"Aaaah Gesualdo mio, se anche tu tu fai finta di non capire, allora ha ragione lui, l'amico tuo cavaliere, allora è riuscito nel suo intento..."
Gesualdo ride e mio marito amareggiato e arrabbiato continua:
"Gesuà: tipo il volerne sempre fare una questione di potere personale, cercare sempre di sminuire l'avversario, anche se potrebbe essere un alleato.
Guardare all'effettivo avversario - che esiste, anche se non lo si conosce per niente - con odio, non cercare mai di comprendere il suo punto di vista, ma solo combatterlo con tutte le nostre forze, non cercare mai d'immedesimarsi, ma rimanere rigidi e tronfi su una posizione che poi risulta essere solo la somma delle cose che abbiamo detto e che non vogliamo smentire, senza poter ammettere, mai, giammai, d'aver sbagliato... ma dove vogliamo andare in questa maniera?"
"Nicò, tu mi vuoi dire, forse, che si gira intorno ai problemi e non si affrontano?"
" E mô l'hai capito, non lo vedi che  ci si scanna per le cretinate e non si va mai in fondo ai problemi veri?"
"Vabbè, su questo sono d'accordo, pure io... ci vorrebbe mano pesante e più senso del comando, più decisione, l'ultimo leader è stato Berlinguer, pace all'anima sua, diciamoci la verità, guardiamoci nelle palle degli occhi, tu hai ragione ma io non ho torto, Nicò... e quello che non capisco è che tu dici che il cavaliere ci sta mettendo in guardia, che lo fa per il nostro bene... ma che minchia stavi dicendo prima?"
"No, non ho detto che lui lo fa per il nostro bene, tu sei proprio rincoglionito, allora, lasciatelo dire, con il bene dell'inventario, naturalmente.
Io ho detto solo che potremmo approfittarne per capire qual è la tendenza del mondo, capiscimi bene, ascoltami quando parlo, ogni tanto... perché prima non ci sono mai stati capi politici imprenditori, sono cose degli ultimi anni, il primo è stato Bush padre,  se non erro, ma il fatto è che il mondo ha preso una piega dannata e schifosamente porca.
Le economie comandano e gli uomini politici eseguono, sia Bush che Berlusconi, sia la WTO, quella cazzo di organizzazione di commercio che fa gli interessi delle lobbies e delle multinazionali, vanno in una unica direzione e delle persone se ne fregano, quello che conta sono solo i guadagni..."
"Gridavano come degli ossessi, signora Paparesta, e poi alla fine non erano d'accordo?"
"Infatti, sembra quasi che ne facciano una questione personale..."
"No. Non sembra, è proprio così. Ma la politica non può essere un fatto personale, se no, lei fa un piacere a me e io uno a lei, ci votiamo a vicenda, siamo dei mafiosi e ci mettiamo d'accordo con la massoneria, col benestare della chiesa...
Ecco, quella, la chiesa è una complicazione che gli altri paesi non hanno, un altro sistema arcaico e che tende a tenere in basso la gente, preoccupandola con problemi che non esistono... ma lei si rende conto che in Italia abbiamo tante piccole e grandi mafie che si combattono eppure collaborano tra di loro? Chi paga il conto siamo noi. Come facciamo noi poveri esseri umani, in mezzo agli altri problemi, a comportarci in maniera matura e conseguente?"
"Nel senso che da una parte ci facciamo del bene e da quell'altra del male?"
"Esattamente, signora mia bella, il sistema non solo è antidiluviano, ma lo controlliamo tutti i giorni e non lo vogliamo far evoluire... no, no, pare che c'abbiamo solo da perdere a metterlo in discussione..."
"Ma suo marito qualcosa del genere lo dice, mi pare, secondo le sue stesse parole di prima..."
"Sì, lo dice, in tante cose mio marito ci vede bene, ma poi con i fatti è un altro discorso, la coerenza è già una cosa completamente differente,  (e mio marito è uno degli italiani più coerenti che conosco...) ma dal cervello alla bocca sono migliaia di chilometri, anche per lui e dopo, non è finita lì, poi nei fatti, nelle azioni concrete,  si devono fare delle miglia marine, dei bei giri di mondo in barca a vela..."
"Cioè in famiglia si comporta come un dittatore?"
"No, glielo ho già detto, signora Paparesta, in linea di massima è un ottimo padre e un marito esemplare, ma quello che dice e quello che fa, frutto di un pensiero a sua volta completamente estraneo , sono realtà che si toccano appena, si dicono appena buongiorno e buonasera."
"Non ho capito, mi vorrebbe fare, magari, qualche esempio pratico?"
"Ecco: lui dice che è per il dialogo, che vuole capire il perché delle cose, che è disposto a rivedere i suoi concetti, ma quella è una teoria teorica, che non sa nemmeno cosa sia la pratica corrispondente... e se qualcuno lo contraddice,  apriti cielo: è guerra.
Poi tiene il muso per settimane.
Appena ti avvicini, ti accoglie di nuovo, come un padre comprensivo, sottintendendo così che lo sbaglio è stato il tuo, dopo è pronto a ricominciare il suo terrorismo al primo accenno di divergenza di opinioni..."
"In sintesi lui crede al famoso bastone corroborato e completato dall'uso consapevole  dalla carota di Benito Mussolini?"
"Brava: tale e quale!"
"Ma è iscritto a qualche partito?"
"No, non più, dice che quelli parlano in un linguaggio incomprensibile, che si capiscono solo tra di loro, che giustificano qualsiasi cosa il partito decida e combattono qualsiasi divergenza di opinioni, senza riuscire mai a mettersi dall'altro lato, per immedesimarsi un poco in quello che stanno combattendo... che poi è la stessa cosa di quello che fa lui in famiglia.
Signora Paparesta mia, lo diceva anche Michael Corleone nel Padrino, che non bisogna odiare il nemico, per sconfiggerlo, bisogna considerare la situazione razionalmente, il più possibile freddamente, beh, secondo lui, (mio marito, non Michael Corleone,)  i nostri uomini politici fanno esattamente il contrario... cioè poi lo stesso di quello che fa lui in famiglia, facendosi scaldare  il sangue appena uno gli chiede un semplice chiarimento."
"E sul lavoro, come si comporta?"
"Beh, lì il peggio è passato, perché quando le sue idee di sinistra erano proprio comuniste, per non dire Staliniste, per una strana ironia della sorte, allora sì che i suoi impiegati non avevano soldi per campare... ora  i sindacati non permettono più pagamenti da fame, allora lui si rifà con altre piccole faide, ma li tiene costantemente sotto il calcagno e appena  gliene danno motivo gli monta addosso con tutto il peso che gli dà la sua autorità di datore di lavoro..."
"O Gesù, ma sa che non lo avrei mai detto, sembra così democratico, disposto a discutere tutto... a ricomporre i suoi concetti..."
"La colpa non è sua, è l'educazione cristiana-cattolica che abbiamo in questo paese, l'uomo è educato come un padre-padrone, le stesse madri sono le responsabili di questa tradizione arretrata, eh... signora mia, lei lo sa meglio di me, che cosa ci possiamo fare? Per come vanno le cose, meno male che ci sono gli immigrati a mischiare le famiglie, eppure, anche così, ci vorranno dei secoli..."
"Ma lei, coi suoi figli come si comporta?"
"E come mi comporto? E non mi comporto più... sono loro che non mi lasciano comportare proprio, questa è la verità, giacché mi trattano come un fatiscente ente sociale, forse mi trattano come li trattavo io, sì, e forse anch'io sono stata così, come le altre donne italiane, glielo confesso, ma ora che l'ho capito è troppo tardi, cerco di parlargli, ma loro mi vedono come prima, la stessa cosa, ed io sono cambiata, lo giuro, ma mi considerano come una che era succube di suo marito, una che stava in casa tutto il santo giorno a fare le tagliatelle e i biscottini..."





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