mercoledì 17 dicembre 2003

SINFONIA D'AUTUNNO... QUASI INVERNO






1)Per rompere il bianco

Il foglio è bianco quando si comincia.
Poi, scrivendo, le parole disegnano e colorano, col loro significato, la candida superficie che diventa una nebbia in lento movimento, o, forse meglio, delle nuvole, trasportate da un vento che non ha eccessiva fretta.
Ecco che sbuca un grande uccello, ma al rallentatore, che, planando, gira sulla superficie spumosa, prende una direzione e scivola via, a pochi metri sopra quei batuffoli di zucchero filato, che si colorano per via del sole e dei riflessi del mondo, evidentemente là sotto.
È un gigantesco rapace che, invece di sbattere le ali, segue sapientemente immobile le correnti d’aria.
Un mare di onde dai colori pastello tenui, per via di qualche tramonto seminascosto, sembra un oceano in burrasca, ma congelato nel tempo e nello spazio, con i suoi bellissimi schizzi protesi ed immobili, ora, al nostro passaggio.
Ora è come se io fossi dentro quell’enorme albatros di acciaio, li chiamano aerei, comincio ad ammirare tali vaporose evoluzioni dal finestrino, mi pare di essere l’unico a gioire di quello spettacolo, i passeggeri intorno, (tante persone in giacca e cravatta, con espressioni aggressive sulle facce ben curate,) sembrano assuefatti alle manifestazioni della natura, che probabilmente soppesano come ripetitive, mentre il loro tempo prezioso passa, la destinazione è lontana e ci stanno rimettendo dei bei soldi.

mercoledì 10 dicembre 2003

GOTEBORG





Da poco abitavo a Goteborg, ero stato trasferito, dirigevo i magazzini della Benetton della zona.
Conobbi Elkiaer, un vecchio barbuto e dai capelli lunghi che trovavo sempre seduto allo stesso tavolo, sulla stessa sedia, nella stessa taverna.
Pareva il ritratto del vikingo al museo delle cere, anche per via della sua incredibile immobilità.

sabato 1 novembre 2003

La giornata tipica di un pittore ai confini della scultura

Memorizziamo quello che si narrava nei circuiti di un computer prima della nefasta collisione con un fulmine, tutto quello che, tra le altre cose, ci ha rovinosamente cancellato:
La giornata tipica di un artista del pennello, uno che sa usare le mani, più del cervello... o meglio: che usa il cuore come se fossero le mani.
Si parla delle nuvole come di una costruzione gotica in movimento e del mare come un liquido amniotico dove animali terrestri, pesci, uccelli ed essere umani hanno trovato la loro origine.
Si fanno riflessioni sulla vita come se fosse un romanzo giallo del quale è meglio non scoprire il colpevole, si parla dei cani e degli amici, l’angolo del focolare domestico con dentro una famiglia: la nostra, in quanto rifugio accogliente... ma anche e purtroppo grande peso sulle nostre spalle; si fanno paralleli tra le tre personalità: il bambino, l’adulto, e infine Shiva la furia distruttrice.